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Cronaca

Don Paolo De Grandi: un anno fa scompariva un campione

“Mi chiamo Paolo, sono nato a Nogara di Verona il 6 giugno del 1970. Col calcio nel sangue, il pallone, la maglia numerata, il fischio dell’arbitro sono stati pensieri fissi, nel cuore e nella testa, fin da bambino”. Così aveva iniziato la sua...

“Mi chiamo Paolo, sono nato a Nogara di Verona il 6 giugno del 1970. Col calcio nel sangue, il pallone, la maglia numerata, il fischio dell’arbitro sono stati pensieri fissi, nel cuore e nella testa, fin da bambino”.

Così aveva iniziato la sua breve biografia don Paolo De Grandi a tutti noto come parroco di Campoluci e Castelluccio, vice parroco prima di Castiglion Fiorentino, che nel ’94, entrando in Seminario, aveva deciso di rivolgere la sua passione per il gioco di squadra, per la socializzazione, il suo altruismo smisurato ad un’altra vocazione quella del sacerdozio. E lo aveva vissuto in modo totalizzante, senza risparmiarsi, nel corpo e nella mente.

Don Paolo De Grandi ha sperimentato il vangelo, il messaggio cristiano tra la gente, spalancando le porte della sua parrocchia, della sua casa a chiunque ne avesse bisogno, a chiunque cercasse un sorriso, un sollievo, a chiunque avesse bisogno di tornare a credere in se stesso e nella vita. E lo ha fatto senza far mancare mai le sue attenzioni: ai più piccoli per i quali c’erano sempre doni, carezze e caramelle, come per gli anziani, con i quali amava intrattenersi ed organizzare momenti di scambio e di confronto prima di tutto su Gesù. Sì perché Gesù era la lente dalla quale tutto passava. Era il metro sui cui tutti erano chiamati a misurarsi.

Anche il suo modo semplice, il parlare per metafore, la sua frenesia di raccontare e di raccontarsi, era un modo per essere uomo tra gli uomini, vicino ai limiti delle persone, ma anche una mano forte capace di trascinare in imprese che nessuno, da solo avrebbe avuto il coraggio di tentare: tra queste il viaggio che ha organizzato per le bambine Palestinesi in Italia con la sua Associazione “Vento d’amore”. La sua vitalità è stata la testimonianza che la condotta di un buon cristiano non è alternativa ad una vita serena vissuta con entusiasmo e passione, ma anzì è proprio la fede ad essere nutrimento e scintilla.

Ricorderanno don Paolo i parrocchiani e tutti coloro che vorranno unirsi nella celebrazione, sabato 15 luglio alle ore 10,30 nella Chiesa di Campoluci e domenica 16 alle ore 11 al campo sportivo di Castelluccio per una partita di calcio con numerosi giocatori e vecchie glorie che insieme a lui hanno sperimentato il campo da calcio ma soprattutto i valori che anche attraverso lo sport possono essere trasmessi: la lealtà, il rispetto e l'amore per gli altri.

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