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Locali da ballo chiusi

Discoteche chiuse a Capodanno, Tito: "Ripiombiamo in un film già visto. La cena al Bellavita? E' fattibile, stiamo valutando"

Tito Ghezzi, uno degli storici gestori delle discoteche aretine ha dovuto rinunciare alla festa di Capodanno organizzato nella discoteca DolceVerde di Castiglion Fibocchi, ma può portare avanti la cena del 31 dicembre al ristorante dell'Equestrian Centre

Gli eventi nei locali da ballo in provincia di Arezzo, che erano a buon punto, sono tutti annullati. Questa la conseguenza dell'ultimo decreto festività entrato in vigore il giorno di Natale. Così resterà chiuso il Dolce Verde gestito da Tito Ghezzi. Quella discoteca dove in sostanza si era anticipata la modalità del green pass nei locali notturni. Tito in tempo di chiusura aveva messo in piedi i tamponi per tutti i ragazzi con la Croce Rossa prima di fare ingresso, oppure fare entrare i vaccinati. Questo gli era costato una multa, ma con questo sistema aveva solo anticipato di qualche mese quello che poi sarebbe entrato in vigore alla vigili della riapertura dell'anno scolastico.

Adesso le discoteche e i locali assimilati devono restare chiusi. "Avevamo organizzato una serata di Capodanno senza cena per i più giovani, cone le regole in vigore in precedenza, ma non se ne fa di nulla. Resta invece possibile l'altra serata per l'ultimo giorno dell'anno conla cena al Bellavita, il ristorante dell'Equestrian Centre di San Zeno. Lì ci sono gli spazi adeguati per fare la cena e mantenere il distanziamento, stiamo solo valutando tra il senso di responsabilità e la legge che comunque ci consente di farlo. A breve decideremo, cercando di capire anche se la gente ha voglia di venire oppure no."

Certo la cena degli auguri di qualche sera fa al vecchio Grease ha avuto numeri esigui, così come la festa studentesca del Principe che ha avuto un po' di disdette seppur la normativa di chiusura delle discoteche non fosse ancora in vigore.

"Certo dispiace e tra di noi c'è rammarico perché stiamo ritornando dentro a un film già visto quello del febbraio 2020, quando ci chiusero e dopo il quale passarono 20 mesi prima di poter riaprire. Fermarsi ora è un bel colpo a livello psicologico, rende tristi, non solo per noi addetti ai lavori del mondo del divertimento, ma anche per tutte le persone" commenta Tito che aggiunge "Sì ci sono molti contagi e molte quarantene, ma l'ospedale non è in sofferenza, quindi in realtà penso che questo non sia un momento pericoloso particolarmente."

E i ristori? "Ancora dobbiamo prendere quelli scorsi, ma di cosa si parla? L'ultima volta che non ci hanno fatto riaprire, a luglio, dissero che ci avrebbero dato sostegni economici, è fine dicembre e nessuno di noi li ha ancora visti. Finora abbiamo ricevuto piccole dosi di ristoro ad aprile 2020, poi a fine 2020, più un ristoro della Regione Toscana e il tutto non rappresenta nemmeno il 10% del nostro ipotetico fatturato, per non dimenticare che sono rimasti fuori da tutto questo le discoteche estive come il Dolce Verde che non hanno fatto accesso ai ristori che si calcolavano sul fatturato diminuito del mese di aprile rispetto al periodo precedente e ovviamente la discoteca estiva era chiusa."

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