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Cronaca

Disabile aretina picchiata dai collaboratori domestici che l'accudivano. La verità dalle telecamere nascoste

Avrebbero dovuto prendersi cura dell'aziana invalida che, gratuitamente, li ospitava in casa. Ne erano diventati, invece, gli aguzzini. Si è conclusa con il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e la notifica - ordinata dalla...

Avrebbero dovuto prendersi cura dell'aziana invalida che, gratuitamente, li ospitava in casa. Ne erano diventati, invece, gli aguzzini. Si è conclusa con il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e la notifica - ordinata dalla magistratura aretina - del divieto di avvicinarsi a tutti i luoghi frequentati dalla vittima nei confronti di una coppia di cingalesi la triste vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, una signora aretina di 66 anni, disabile, oggetto di ripetute violenze da parte di due presunti collaboratori domestici. Due giorni fa la conclusione dell’indagine condotta assieme dalla polizia e dai carabinieri di Arezzo.

Sono stati necessari più di quaranta giorni di intercettazioni ambientali per raccogliere le prove contro i due carnefici: gli strumenti messi in campo dai militari del nucleo operativo e radiomobile di Arezzo degli agenti della squadra mobile hanno permesso di collezionare le evidenze dei fatti di cui si poteva sospettare dalle indicazioni degli operatori socio sanitari del centro diurno dell'Asp Fossombroni, che si occupavano della 66enne dalle 10 alle 17. Il tempo restante, la signora lo passava a casa, insieme ai due asiatici. Ai primi sospetti, hanno fatto seguito quelli, sempre più insistenti, generati a seguito degli ingressi al pronto soccorso della signora, affetta da problemi di natura psichica.

I due cingalesi che avrebbero dovuta accudire la donna parlavano di incidenti domestici, ma la natura dei lividi sul corpo della 66enne è stata via via più chiara, rivelando la terribile realtà di soprusi e violenze che la donna stava vivendo tra le mura domestiche. Veniva picchiata ripetutamente: piatti rotti in testa, colpi con il manico di utensili, coltelli puntati alla gola. A volte, veniva lasciata chiusa fuori di casa.

I responsabili, K. T. D. S., nato nel 1962 a Tissa (Sri Lanka), con precedenti per possesso ingiustificato di armi e W. M. D. S., nata nel 1975 a Chilaw (Sri Lanka), con precedenti per violazione degli obblighi di assistenza familiare, sono stati così incastrati dall'installazione di telecamere e microspie nella casa.

@MattiaCialini

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