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Cronaca Centro Storico / Via Benedetto Varchi

Delitto via Varchi. Oggi l'autopsia per Brunetta e Sara, ritorno a scuola per i figli

Resta in carcere Jawad Hicham, unico imputato per la more delle due donne avvenuta lo scorso 13 aprile all'interno di un appartamento di via Benedetto Varchi

Tre mesi al massimo. Poi gli atti dell’istruttoria relativa al caso del duplice omicidio di via Varchi dovranno essere tutti sul tavolo del giudice. Tanto avrà a disposizione il pm Marco Dioni, titolare dell’inchiesta apertasi in seguito al duplice delitto avvenuto lo scorso 13 aprile. Unico imputato nella vicenda è il marocchino Jawad Hicham, conosciuto anche come “Jaguar”. Su di lui si stanno concentrando gli sforzi degli inquirenti che, in queste ultime ore, stanno cercando di fare luce su una delle più penose e feroci vicende che si sia mai verificata ad Arezzo. Quella notte è stato lui a denunciare quanto avvenuto in via Varchi chiamando le forze dell’ordine dalla cabina telefonica presente a pochi passi da Porta San Lorentino. “Venite, le ho ammazzate”. Dopo quelle parole non più un fiato su quanto accaduto dentro a quella casa dove lui stesso ha vissuto e dove al momento dei fatti si trovavano anche il figlio 16enne e la piccola di 2 anni.

Per lui adesso l’ipotesi di accusa è omicidio volontario. Ma non è detto che il pubblico ministero non aggiunga altre aggravanti che comporterebbero un ulteriore inasprimento della pena che, comunque, per casi come quello avvenuto alle porte del centro storico aretino, contempla l’ergastolo

Nel frattempo questa mattina, 17 aprile, si svolgeranno gli esami autoptici sui copri delle due vittime: Sara Ruschi e sua madre Brunetta Ridolfi. Come detto le donne sono state uccise mentre si trovavano nell’appartamento. A scatenare la furia del 35enne, a quanto pare, ci sarebbero questioni relative alla fine del rapporto con la ex compagna la quale, a sua volta, nei giorni immediatamente precedenti alla tragedia si era rivolta alle forze dell’ordine per ottenere, sembrerebbe, consigli e informazioni utili ad allontanare il compagno dalla propria abitazione. Brunetta invece, dentro a quell’appartamento si trovava per evitare di lasciare sola la figlia con i bambini nel tentativo di offrirle supporto.

Il primo a richiedere aiuto quella notte è stato il figlio 16enne della coppia che dopo aver visto fuggire il padre di casa ha richiesto l’intervento dei sanitari. Lui insieme alla sorellina sono stati affidati alle cure del nonno paterno che, insieme al fratello di Sara, ha dato disponibilità per farsi carico dei bimbi. La piccolina, come reso noto in queste ultime ore, sarebbe già rientrata all’asilo nido mentre per il più grande potrebbe essere proprio oggi il primo giorno di rientro a scuola.

Contestualmente “Jaguard” è stato sottoposto nel pomeriggio di sabato 15 aprile all’interrogatorio di garanzia. Con lui ad assisterlo l’avvocata Maria Fiorella Bennati. Dopo aver fornito le proprie generalità anagrafiche gip Giulia Soldini e al pubblico ministero Marco Dioni si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al momento si trova all’interno del carcere di San Benedetto ad Arezzo in attesa che prenda avvio il processo.

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