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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Katia, Piter Polverini: "L'ho uccisa". Ma davanti al pm non parla. Recuperato il martello, arma del delitto

E' Piter Polverini il 24enne aretino arrestato dai carabinieri di Arezzo e dai colleghi della tenenza di Sansepolcro poiché ritenuto responsabile dell'omicidio della 42enne biturgense

L'ha freddata con un colpo alla testa infertole con il martello che il padre utilizzava per i lavori di tutti giorni. Poi ha gettato il corpo della donna nel greto del torrente Afra. E' salito in auto ed ha fatto ritorno a casa. Qui si è disfatto dell'arma nascondendola in un cespuglio e del telefonino con il quale aveva contattato la sua vittima. Così, stando alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbero andate le cose il 12 luglio. La notte in cui la Kadia Dell'Omarino è stata massacrata di botte.

È Piter Polverini il 24enne arrestato dai carabinieri di Arezzo e dai colleghi della tenenza di Sansepolcro poiché ritenuto responsabile dell'omicidio della 42enne biturgense. I militari lo hanno arrestato alle prime luci di questa mattina dopo oltre due mesi di indagini condotte di concerto con la Procura della Repubblica di Arezzo.

Piter stamani era appena uscito dalla propria abitazione di San Giustino Umbro dove risiedeva da tempo insieme ai genitori quando i militari lo hanno raggiunto. Prima è stata perquisita la casa e poi lui ha mostrato il luogo dove si trovava l'arma.

La conferenza stampa

"Si è trattata di un'operazione condotta magistralmente dall'Arma dei Carabinieri - ha sottolineato il procuratore capo Roberto Rossi - in questi mesi di indagini non è stato lasciato niente al caso e lo scrupolo con il quale si proceduto ha dato i suoi frutti. Il presunto responsabile del delitto ha inoltre indicato agli inquirenti il luogo dove era stata occultata l'arma del delitto, un martello. Elemento che equivale ad una confessione esplicita".

Le indagini da parte dei militari aretini e biturgensi hanno preso avvio subito dopo la scoperta del corpo della donna nei presso del ponte San Francesco. Sulla scena del crimine avevano operato anche gli uomini della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale dei carabinieri di Firenze.

Inizialmente l'arma e il cellulare della vittima non erano stati trovati. Al contrario, in via delle Piscine a Sansepolcro c'era ancora parcheggiata la Citroen C1 rossa di proprietà della donna. È stato all'interno dell'abitacolo dell'auto che era stato recuperato un taccuino con annotati al suo interno oltre cento nomi e numeri di telefono di persone che, presumibilmente, avevano contatti con la 42enne. Questo è stato il primo importante spunto investigativo seguito dai militari.

"In prima battuta - hanno sostenuto il comandante provinciale dei carabinieri di Arezzo, Luigi Arnaldo Cieri e il colonnello Giuseppe Caturano - credevamo che avremmo trovato il nome dell'autore del delitto in questo elenco. Invece così non è stato".

Successivamente sul corpo della 42enne è stata isolata una traccia di un profilo genetico maschile ignoto. Grazie anche alle testimonianze raccolte e alla visione di alcuni video, è spuntata la pista che ha condotto a Polverini. Sono in tutto due i testimoni ascoltati dai carabinieri che hanno confermato di aver visto la donna la sera del 12 luglio allontanarsi a bordo di un suv dopo aver posteggiato la propria auto in via delle Piscine. Testimonianze che hanno trovato conferma nelle immagini riprese dall'unica telecamera in funzione nella zona, ovvero quella installata in corrispondenza del Museo di Aboca in via Niccolò Aggiunti a Sansepolcro. "Abbiamo visto chiaramente la scena - proseguono dalla procura di Arezzo - nel video si può osservare una Nissan X-Trail che segue a breve distanza la C1 della Dell'Omarino". Così è stato rintracciato Piter Polverini. È stato convocato nella sede della tenenza di Sansepolcro dove, sempre secondo quanto reso noto dai militari, ha ricostruito i suoi spostamenti della notte del 12 luglio, mentendo sulla reale dinamica della serata.

In quella sede è stato prelevato un campione di materiale biologico che la genetista ha comparato con quello ritrovato sotto alle unghie della donna. Le due tracce sono risultate identiche.

"Abbiamo atteso che trascorressero i giorni richiesti dal protocollo per le analisi - spiegano gli inquirenti - poi i plurimi indizi di colpevolezza hanno reso chiare quale fosse il volto dell'omicida".

Polverini è stato arrestato questa mattina alle 6 nella sua abitazione a San Giustino Umbro. Alle 8 è arrivato nella caserma dei carabinieri di Arezzo dove è stato interrogato dal pm Julia Maggiore e raggiunto dal suo avvocato e dai genitori. Poco dopo le 13 è stato trasferito nel carcere di San Benedetto. Ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stato il gip Anna Maria Lo Prete che ha concordato sulle risultanze investigative contenute nella richiesta del pm Julia Maggiore.

L'accusa di cui dovrà rispondere Polverini è omicidio volontario.

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