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Cronaca

Delitto della discoteca, in Tribunale i testi della difesa: torna in aula la sorella di Vasile

Tornerà in aula, stavolta non come imputata ma come testimone, per raccontare di nuovo la sua verità. Lei è la sorella di Vasile Izvoranu, il giovane romeno accusato di aver ucciso con un fendente al cuore il 29enne albanese Piro Mocka. La ragazza...

Tornerà in aula, stavolta non come imputata ma come testimone, per raccontare di nuovo la sua verità. Lei è la sorella di Vasile Izvoranu, il giovane romeno accusato di aver ucciso con un fendente al cuore il 29enne albanese Piro Mocka. La ragazza questa mattina sarà presso il Tribunale di Arezzo, per rispondere ancora a domande su quanto accaduto quella terribile notte.

Il delitto, avvenuto tra il 7 e l'8 settembre 2014, si consumò di fronte ad un locale di via Galvani, una discoteca. A oltre un anno di distanza torna sul banco degli imputati Vasile Izvoranu, per una nuova udienza del processo - che si celebra in Corte d'Assise - durante la quale sfileranno i testimoni della difesa.

E il procedimento riparte proprio da quelle drammatiche ore. Quando nel piazzale di fronte alla discoteca si scatenò una lite per futili motivi, poi degenerata, forse anche per colpa dell'alcol. Livia e Vasile si trovarono faccia a faccia con Piro Mocka e con altri amici del 29enne. Vasile è accusato di aver affondato il fendente mortale su MocKa, Livia invece è già stata processata per tentato omicidio di uno degli amici di Mocka e condannata a 6 anni di reclusione.

La giovane donna non sarà l'unica ad essere ascoltata questa mattina: la difesa ha intenzione anche avvalersi del parere di un consulente medico legale, chiamato a spiegare la differenza tra le tipologie di armi utilizzate e sul tempo intercorso tra le coltellate e il decesso.

Mocka infatti fu soccorso da alcuni amici e condotto con un'auto al pronto soccorso del San Donato, dove morì.

E proprio ai dettagli che potrebbe svelare il medico legale sarebbe ancorato il perno della difesa. Il legale Gianni Bertuccini sta infatti costruendo e portando avanti la strategia difensiva che parte da incongruenze che dovranno essere dimostrate in aula.

Oggi Vasile ha ottenuto gli arresti domiciliari ed è in attesa del braccialetto elettronico. Rispetto alla sorella, che ha optato per il rito abbreviato, il giovane ha deciso di affrontare a viso aperto il processo in Corte d'Assise. Una strada quella dei due fratelli, che si era separa già subito dopo il delitto, quando tentarono invano di far perdere le loro tracce. Lei fu trovata dai carabinieri poche ore dopo, nel primo pomeriggio, nascosta a casa di amici. Vasile invece, si arrese dopo una breve trattativa con i militari che gli davano la caccia. La loro sorte giudiziaria si è divisa quando Vasile ha scelto di andare in corte d'assise e Livia ha puntato invece sul rito abbreviato.

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