Delitto del fiume, i risultati dell'autopsia: l'arma era stondata. Nuove analisi
Si è svolta oggi pomeriggio l'autopsia - condotta dal dottor Marco Di Paolo dell'università di Pisa - sul corpo di Catia dell'Omarino, trovata morta martedì mattina, sul greto del fiume Afra, a Sansepolcro. Occorreranno giorni per capire se le...
Si è svolta oggi pomeriggio l'autopsia - condotta dal dottor Marco Di Paolo dell'università di Pisa - sul corpo di Catia dell'Omarino, trovata morta martedì mattina, sul greto del fiume Afra, a Sansepolcro. Occorreranno giorni per capire se le tracce organiche sul corpo della giovane possano essere giudicate rilevanti nella ricerca della persona che, nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 luglio l'ha uccisa. E poi: con quale arma e quali motivazioni?
Anzitutto l'arma non è né da fuoco, né un'arma bianca affilata, né una punta. Si tratta certamente di un oggetto stondato: una mazza, un bastone o un martello, con questi tipi di arnese Catia sarebbe stata colpita in testa.
Di certo, i carabinieri stanno cercando di ricostruire la rete di relazioni della ragazza perché sono convinti che la soluzione dell'enigma risieda proprio in una sua frequentazione.
Non un assassino sconosciuto, bensì una persona a lei nota, che le avrebbe dato un appuntamento per poi ucciderla e lasciarla a Ponte del Diavolo.
L'area di ricerca si restringe alla Valtiberina a cavallo tra Toscana e Umbria. La ragazza, molto vitale, conosceva parecchie persone e il lavoro che stanno facendo i militari dell'Arma, attraverso il controllo delle chiamate e ascoltando i conoscenti, è certosino. Catia non usava i social, non aveva whatsapp e questo complica le ricerche.
Tuttavia nessuna pista è esclusa, anche se quella legata ai piccoli precedenti della 40enne, sembra non condurre da nessuna parte.