rotate-mobile
Degrado / Centro Storico / Piazza della Badia

Movida folle, Fei (Confcommercio): "Adesso pugno duro per chi serve alcolici ai minori, ma no alla chiusura della piazza"

La categoria chiede però di fare distinzioni con gli imprenditori che si sono sempre attenuti alle regole portando con le loro attività un valore aggiunto ai quartieri

L'ultima notte brava si è consumata lo scorso fine settimana, quando piazza della Badia e le strade limitrofe sono rimaste in balia di una movida senza freni. Complice l'eccessivo uso di alcolici, infatti, si sono verificate scene - ormai tristemente consuete per i residenti - di degrado urbano. 

"Ogni volta - hanno raccontato alcuni residenti - assistiamo al far west. Restiamo serrati in casa, tra gli schiamazzi, i rigurgiti, i danni alle proprietà private e gli atti vandalici." 

Situazioni che si ripetono da mesi nei fine settimana aretini e che oggi anche Confcommercio condanna. "Le scene di ordinaria follia che, ormai da troppo tempo, si stanno verificando in piazza della Badia sono intollerabili - afferma la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei -, una ferita al decoro della città e alla dignità di quanti vivono e lavorano onestamente in quell’area".

Ma oltre alla ferma condanna del gesto, i commercianti chiedono una forte presa di posizione da parte delle istituzioni e non esitano a parlare dell'uso del "pugno duro". 

"Per questo - prosegue Fei -, chiediamo che sia usato il pugno duro, anzi durissimo, per gli autori degli atti vandalici ai quali abbiamo assistito anche nell’ultimo fine settimana. E ci vuole il pugno duro anche per quanti dovessero favorirli, fossero anche quegli operatori dei locali che non rispettano le regole, per esempio servendo alcolici a minorenni o a persone già in evidente stato di ebbrezza”.

Per Confcommercio però va prestata attenzione agli imprenditori che si sono sempre dimostrati corretti.  “Sarebbe un errore punire allo stesso modo, insieme ai colpevoli reali, anche gli imprenditori corretti - sottolinea Fei -, quelli che lavorano onestamente rispettando ogni normativa e che hanno tutto da guadagnare nel ripristino di ordine e sicurezza nella piazza. Per cui, diciamo sì a presidio della piazza, controlli, sanzioni anche molto pesanti laddove occorressero, ma siamo contrari a provvedimenti restrittivi che penalizzino tutti indistintamente. Ricorrere, per esempio, alla chiusura coatta dei locali della piazza ci pare la strada meno democratica e giusta da percorrere. Sarebbe come buttare via il bambino con l’acqua sporca. E chi fa impresa onestamente non si merita di essere punito, soprattutto in un momento come questo in cui è già così difficile restare a galla, tra effetti della pandemia, crisi dei consumi e costi fissi alle stelle”.

“La presenza di bar, negozi, ristoranti, botteghe qualifica i quartieri e rappresenta anzi un presidio indispensabile del territorio e un argine importante contro il degrado di ogni genere. Se il degrado c’è, dobbiamo metterci a indagarne le radici con obiettività ma senza pregiudizi e senza per forza dover cercare un capro espiatorio nel gioco del tutti contro tutti”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Movida folle, Fei (Confcommercio): "Adesso pugno duro per chi serve alcolici ai minori, ma no alla chiusura della piazza"

ArezzoNotizie è in caricamento