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Cronaca

Baby gang, i casi e le indagini. Il decalogo: "Ecco come comportarsi di fronte ai bulli"

L'ultima aggressione denunciata è quella relativa al primo fine settimana di novembre. L'appello: "Denunciate"

L'ultima aggressione denunciata risale al primo week end di novembre. Quella volta la baby gang agì con un espediente, puntando sulla gentilezza e sulla disponibilità delle possibili vittime:  la semplice richiesta di una mascherina. Poi non appena il ragazzino che si sono trovati di fronte è rimasto solo è scattata l'aggressione e la richiesta di soldi. 
Quel giorno di episodi del genere, stando alle testimonianze, se ne sarebbero verificati alcuni. Ma la denuncia è stata una sola. Da qui l'appello delle forze dell'ordine: "Denunciare è l'unico modo per porre fine a fine a questo fenomeno". 

In realtà da tempo la Polizia di Stato sta vigilando su questo fenomeno: stando a quanto trapela da ambienti investigativi, ad agire sarebbe una unica banda, in cui ci sono alcuni "capetti" e altri ragazzini che si aggregano o si allontanano, rendendo il gruppo molto dinamico. 

Agiscono secondo uno schema che si ritrova nei fenomeni di bullismo: approfittano - spiegano di investigatori - di una condizione di inferiorità numerica o fisica delle vittime. Ma poi dal bullismo il passo verso reati più gravi, per i quali sono previste pene anche se a compierli sono i minorenni, è breve. E così si sfocia nella rapina o nel furto. 

Uno di questi giovani è stato arrestato lo scorso settembre in seguito all'aggressione avvenuta nel parcheggio Pietri. Sul posto intervenne la Polizia, così come intervenne alcune settimane prima in soccorso di un ragazzino disabile preso di mira da due minorenni. 

Ma quali consigli dare ai ragazzini che hanno timore di incontrare questi personaggi sulla loro strada?

Innanzitutto non isolarsi: se si esce in gruppo, spiegano le forze dell'ordine, meglio restare compatti. Dietro alle aggressioni delle baby gang, infatti c'è sempre una componente di "vigliaccheria" per porta ad approfittarsi dei più deboli. 

Se si è vittime o si assiste a episodi simili, spiegano gli esperti della Polizia di Stato, meglio non chiudersi in se stessi ma cercare di confidarsi con qualcuno: un genitore, un amico, qualcuno con cui condividere i propri timori o sospetti. 

E poi denunciare: solo se c'è una denuncia le forze dell'ordine possono muoversi, far scattare accertamenti che arginino il problema. 

Intanto proseguono le indagini per l'episodio avvenuto nel primo fine settimana di novembre.

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