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Cronaca

Giallo Pecorelli. L'imprenditore, ricomparso dopo mesi di ricerche, in procura per raccontare la sua verità

I magistrati del capoluogo umbro, infatti, avevano aperto un fascicolo che vedeva tra le ipotesi di reato anche l'omicidio.

Le ragioni che lo hanno portato prima all'isola del Giglio e poi in viaggio in gommone fino alle coste dell'isola di Montecristo saranno soltanto alcuni degli aspetti su cui dovrà fare luce Davide Pecorelli. L'imprenditore ed ex arbitro della Valtiberina, scomparso oltre otto mesi fa in Albania, dopo essere riapparso in mezzo al Tirreno sano e salvo è atteso per quest'oggi in procura a Perugia dove, di fronte agli inquirenti, dovrà fornire i dettagli della vicenda che lo vede direttamente coinvolto e che ancora oggi rimane avvolta nel più completo mistero. Nella mattinata di ieri è stato ascoltato dai carabinieri di Piombino i quali lo hanno trattenuto per portare a compimento gli accertamenti necessari sui documenti in suo possesso. Nella tarda serata, dopo poco meno di un anno, ha fatto ritorno a casa propria insieme alla moglie. Qui ha potuto abbracciare i 4 figli, il padre e il fratello maggiore.

Ritrovato dopo nove mesi di ricerche 

"Una notizia che ha stupito tutti, in senso positivo", spiega l'avvocato Giancarlo Viti, legale della compagna dell'imprenditore. L'imprenditore, secondo quanto ricostruito, si trovava al Giglio e ieri, venerdì 18 settembre, avrebbe deciso di spostarsi verso Montecristo a bordo di un'imbarcazione. Tuttavia una volta arrivato nei pressi dell'isola avrebbe avuto difficoltà nell'attraccare a causa del mare mosso. I carabinieri della forestale lo hanno così raggiunto e portato sull'isola ma l'uomo era privo di documenti. L'identificazione è avvenuta oggi alla caserma di Piombino mentre l'imprenditore lunedì è atteso alla procura di Perugia, dove potrà raccontare la sua versione dei fatti. 

La "fuga" di Pecorelli durata nove mesi

La vicenda del 45enne tuttavia rimane ancora avvolta da un alone di mistero. L'uomo infatti aveva raggiunto l'Albania dove contava di vendere un macchinario utilizzato nell'estetica per risollevare i proprio affari. Secondo quanto emerso dalle indagini, Pecorelli sembra che avesse difficoltà sia con l’albergo a due stelle di Lama che con i negozi di parrucchiere di San Giustino Umbro, Sansepolcro, Città di Castello e Corciano. 

Cosa sia successo in Albania però ancora non è chiaro. L'auto che aveva noleggiato a Tirana nel dicembre scorso, fu ritrovata il 6 gennaio a Puke, nel nord del Paese, distrutta dalle fiamme. Al suo intern c'erano dei resti (ossa), il suo orologio di Pecorelli e il telefonino. Gli inquirenti albanesi pensarono subito ad un suicidio. Quelli italiani invece maturarono l'idea che dietro alla scomparsa ci fosse un crimine violento, tanto da aprire un fascicolo per omicidio colposo. I resti furono inviati in Italia per analizzarne il dna: ma il materiale era esiguo e ridotto male e l'esame non diede alcun esito. 

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