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Cronaca

Dalla guida di una comunità religiosa agli arresti per truffa: la parabola di "padre" Massimiliano. Investimenti in Casentino

E' conosciuto come “Max di Montecristo of Strichen, XVII Barone di Strichen”, esponente principale di una comunità religiosa di Todi, o come "padre Massimiliano" e risulta una figura controversa.  Conosciuto anche nell'Aretino e finita nel mirino...

E' conosciuto come “Max di Montecristo of Strichen, XVII Barone di Strichen”, esponente principale di una comunità religiosa di Todi, o come "padre Massimiliano" e risulta una figura controversa. Conosciuto anche nell'Aretino e finita nel mirino della Guardia di Finanza di Roma che ieri lo ha arrestato a conclusione di un'operazione volta a sgominare un'organizzazione che avrebbe truffato i risparmiatori. Padre Massimiliano ne sarebbe stato il capo e, secondo gli inquirenti, avrebbe mosso le fila dell'ipotetica frode alla quale hanno preso parte altre 9 persone che sono state denunciate.

L'organizzazione, secondo quanto ricostruito dal Nucleo Polizia Valutaria, avrebbe raccolto soldi tra i risparmiatori paventando redditizi investimenti mobiliari, ma quei denari sarebbero finiti in fondi di investimento ritenuti dagli inquirenti fittizi per poi confluire in un conto corrente aperto alle isole Mauritius e in seguito riciclati con investimenti in Italia, anche nell’Aretino. Dove? Il legame del capo dell'organizzazione con la nostra provincia porterebbe in Casentino dove pare che l'uomo avesse acquistato un appezzamento di terreno in cui avrebbe costituito un'azienda agricola. Di sicuro si sa che gli agenti delle Fiamme Gialle hanno svolto perquisizioni mirate già ieri mattina anche ad Arezzo.

Massimiliano M. aveva fondato nel 2016 la comunità di San Martino, "Chiesa cattolica ortodossa ecumenica" si legge nel sito dell’Abbazia. Una comunità che però ha avuto un duro scontro la diocesi di Todi, che non l'ha riconosciuta e che con un comunicato stampa aveva avvertito «i fedeli cattolici che, coscienti di ciò, partecipano attivamente alle celebrazioni che lì si tengono, o ancor più ricevono i sacramenti da tali sacerdoti, commettono un atto grave e si pongono fuori dalla Comunione con la Chiesa Cattolica».

I legami con Arezzo sarebbero stati intessuti precedentemente a questa esperienza della comunità: vicende economiche che si sarebbero intrecciate con vicende personali. Al momento non risulterebbero aretini tra le persone truffate. Di fatto però le indagini - coordinate dalla Procura di Roma - sono in corso e nei prossimi giorni non sono escluse novità.

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