Chiuso il falso profilo TikTok creato rubando la foto ad un minore. "La battaglia continua per scoprire gli autori"
Dopo la denuncia della famiglia erano passati oltre due mesi: così i genitori hanno deciso di rendere pubblica la vicenda. Immediata l'azione del Garante della privacy
Quel profilo social fake, creato con intento denigratorio dopo aver rubato la foto ad un minore con lieve disabilità adesso non esiste più. L’indomani della comunicazione fatta dal Garante della Privacy all’avvocato che rappresenta la famiglia di Marco (nome di fantasia), quella pagina è stata oscurata. E’ una piccola vittoria quella dell’adolescente aretino e dei suoi genitori. Con il quale è statop stoppato un gesto di cyberbullismo. Ma la battaglia non è finita: perché adesso l’obiettivo è quello di capire chi aveva aperto quell’account “per evitare che, una volta oscurato quell'account, ne venga creato un altro". Dopo la denuncia formale avanzata dalla famiglia, infatti, vanno avanti anche le indagini per capire chi si nasconde dietro alla creazione di quel profilo e "l'obiettivo - spiega la mamma - è quello di arrivare a una segnalazione, in caso di minorenni, e ad avvertire le loro famiglie. Perché quello che è stato fatto non è solo una bravata, è un reato",
La storia di Marco
Il giovane aretino ha una lieve disabilità per la quale a scuola può richiedere un sostegno usufruendo della legge 104. Chi aveva creato quel profilo aveva utilizzato quel numero, 104, e lo aveva trasformato in un "marchio", associandolo a un nome dispregiativo, per creare il nickname. Poi aveva “rubato” una foto del giovane. Il profilo aveva causato "un forte disagio” all’adolescente, aveva raccontato la mamma ad Arezzo Notizie, perché l'intento denigratorio era chiaro.
Il profilo poi, pur non avendo contenuti, era seguito da oltre 400 follower e il giovane era consapevole del fatto che chiunque avrebbe potuto pubblicare qualcosa in qualsiasi momento. Per questo la famiglia aveva sporto denuncia alle forze dell'ordine. Ma nonostante fossero passati mesi il profilo era rimasto aperto. Nessuno lo ha chiuso finché la vicenda non è stata resa pubblica e non si è interessato direttamente il Garante per la privacy.
