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Cronaca

"Cromo nei materiali di riporto della provinciale 7?". Gestore di Podere Rota svolge accertamenti e sporge denuncia alla Dda di Firenze

Il gestore di Podere Rota, nell'ambito dei consueti monitoraggi ambientali, ha rinvenuto la presenza anomala di alcune sostanze in un pozzo a monte della discarica. "Non sono legate al percolato. Abbiamo denunciato il fatto anche in virtù dell'inchiesta sui rifiuti contaminati impiegati nella costruzione delle strade toscane"

C'è un legame tra la presenza di cromo e cromo esavalente rintracciati in un pozzo nei pressi della Sp 7 a Piantravigne e i rifiuti finiti al centro dell'inchiesta della Dda di Firenze sulla trasformazione degli scarti di lavorazione delle concerie fiorentine? L'inquietante dubbio è emerso dagli esiti dei controlli annuali previsti nell’ambito del Piano di sorveglianza e controllo della discarica di Podere Rota, concordato e realizzato periodicamente dal  Centro Servizi Ambiente Impianti (Csai) per monitorare la qualità ambientale dell’area interessata dall’impianto. Il cromo è stato rilevato in un pozzo esterno, a monte della discarica.

"I valori - spiega il gestore di Podere Rota in una dettaglia nota - non sono in linea con quelli storicamente registrati e del tutto anomali anche in rapporto all’assetto idrogeologico dell’area. I dati sono stati da subito ritenuti non rappresentativi di potenziale contaminazione da percolato anche in base alla lettura complessiva dei dati di monitoraggio rilevati che non indicavano altre anomalie di carattere chimico". Per comprendere la provenienza di tali sostanze Csai avrebbe portato avanti ulteriori accertamenti.

"Le verifiche effettuate hanno confermato l’assenza di correlazione tra la presenza dei contaminanti  nel piezometro N2s e il percolato di discarica, escludendo dunque che i superamenti dei due metalli possano in alcun modo derivare dalle attività di gestione dell’impianto. In particolare la Relazione tecnica della società di consulenza incaricata di svolgere attività di indagine integrativa evidenziava che i test “mostrano una diretta correlazione con la qualità dei materiali utilizzati per la realizzazione delle recenti opere stradali per cui si ritiene che l’evento riscontrato sia ascrivibile a fattori esterni, in particolare alle attività di realizzazione della nuova viabilità provinciale e non riconducibili in alcun modo alla discarica”.

A questo punto, vista anche l'inchiesta e le indagini coordinate dalla procura distrettuale antimafia sui materiali contaminati utilizzati in alcune zone per lavori stradali, Csai spa ha presentato denuncia contro ignoti presso la dda di Firenze oltre alla comunicazione agli enti competenti ai sensi dell’art. 245 del D.lgs. 152/06.

"Non c’è alcuna correlazione con l’attività di gestione della discarica- sostiene l'amministratore delegato Csai spa, Luana Frassinetti -. Mi preme sottolineare due aspetti che ci devono tranquillizzare. Il primo è che il nostro sistema di monitoraggio e controllo funziona e ci ha permesso di evidenziare un potenziale inquinamento anche al di fuori dei confini della discarica. Il secondo, decisamente più importante, riguarda il fatto che i contaminanti sono circoscritti in un’area ristretta e che non coinvolge i pozzi circostanti. Csai spa, appena avuta la certezza dei dati analitici, non ha esitato un momento a denunciare il fatto alle autorità competenti e ad informarne immediatamente la cittadinanza, in un’ottica di massima trasparenza e responsabilità verso il territorio. Vogliamo avere un ruolo partecipe nel mettere a disposizione della Magistratura e degli organi di controllo qualsiasi supporto necessario per ulteriori approfondimenti ed arrivare ad individuare i responsabili di questa contaminazione. Sia ben chiaro - conclude l’Amministratore Delegato - che se da una parte intendiamo fornire la massima assistenza dall’altra diffidiamo chiunque a sostenere una qualsiasi correlazione tra questo episodio, da noi denunciato, e le attività della discarica che abbiamo sempre svolto, come è costume di Csai nel massimo rispetto delle norme a tutela del territorio. Sarà ora la Magistratura nella quale riponiamo la massima fiducia ad operare per accertare le cause e le responsabilità di quanto accaduto.”

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