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Cronaca

Ha detto 'mamma' come se fosse rinata. I progressi di Cristina dopo 2 mesi in Austria, il racconto di Gabriele

Per raccogliere i fondi per pagare le cure nei mesi scorsi ad Arezzo si sono mobilitate centinaia di persone e la raccolta fondi continua

La sua mamma e il marito si stanno per dare il cambio, il tampone di rito prima di partire e un saluto a Cristina insieme. E' in quel momento che dalle sue labbra esce una parola "mamma" ripetuta per tre volte e coglie tutti di sorpresa. Lì ci sono il marito Gabriele appena arrivato da Arezzo, la mamma Mirella che dopo un mese sta per ripartire e alcune infermiere. 

Cristina ha parlato portando gioia e grande speranza nei loro cuori. Sono passati due mesi pieni da quando è iniziato il ricovero nella clinica austriaca specializzata nelle terapie neurologiche.

Cristina Rosi infatti nel corso della gravidanza, quando era al settimo mese, è stata colpita da un arresto cardiaco che ha provocato gravi danni sia a lei che alla figlia, Caterina, che adesso ha dieci mesi.

Da quel momento è iniziato il calvario, il parto d'urgenza, i ricoveri, i tentativi di recuperare, le ricadute anche gravi. Ma Gabriele Succi, il marito 42enne, non si è mai arreso. Dopo una raccolta fondi intensa e inaspettata il 6 aprile è iniziato il viaggio e Gabriele e Cristina sono arrivati nei pressi di Innsbruck per intraprendere questo percorso. E alcuni primi passi avanti ci sono stati davvero: "Quasi non si riconosce Cristina adesso, è più distesa, le hanno tolto la tracheotomia, attraverso una pompa le stanno somministrando una medicina che dovrebbe portare ad altri progressi fisici e poi l'altra mattina le sue parole, non l'aveva mai dette così."

Certo il percorso è lungo e anche molto costoso, 104mila euro ogni tre mesi, per questo è sempre aperto il conto corrente dedicato alla raccolta fondi per le cure di Cristina sulla piattaforma Go Fund Me. Perché questo percorso deve andare avanti. Tutta la famiglia di Cristina ci crede fortemente. "Qui ogni giorno fa fisioterapie robotiche, poi gradatamente vengono introdotti momenti di logopedia e altre attività, ma piano piano e credo di non essere nemmeno a metà del percorso se è vero come prospettano che vogliono rimetterla in piedi."

Cristina è sveglia, vigile, respira e deglutisce. "La gestione di tutto è molto difficile, ma io mi sono sentito molto fortunato" dice ancora Gabriele che ogni giorno è accanto a lei dalle 14 alle 18, fino a che fra meno di un mese si darà di nuovo il cambio con mamma Mirella per tornare ad Arezzo a fare il vaccino e rientrare a lavorare.

Anche se, come in ogni vicenda, anche questa volta la burocrazia non manca. Gabriele sta cercando di ottenere il riconoscimento del diritto a un rimborso parziale ma importante dalla Regione Toscana. La struttura riceverebbe dall'Italia la percentuale prevista e così quei soldi versati potrebbero bastare per coprire nove mesi, un tempo congruo secondo la famiglia per le terapie di Cristina. "Anche oggi è stata una giornata positiva - racconta infine Gabriele - l'ho portata fuori in carrozzina e c'era il sole."

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