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Cronaca

Crac Banca Etruria, Fornasari e Bronchi puntano al concordato con la procura

Il processo d'appello potrebbe concludersi con una sorta di patteggiamento: si tratterebbe della prima pena definitiva per la bancarotta dell'istituto di credito

Il dibattimento è slittato a novembre, ma per due dei quattro imputati potrebbe non svolgersi. Giuseppe Fornasari, ex presidente di Banca Etruria, e Luca Bronchi, ex vice presidente dell'istituto di credito aretino, avrebbero infatti deciso di ricorrere ad un "concordato sui motivi in appello". Si tratta di una sorta di patteggiamento, le cui trattative sarebbero già a buon punto. A riferirlo è stato questa mattina lo stesso procuratore della Corte d'Appello, in camera di consiglio. La vicenda che trapela dalle aule del tribunale fiorentino è dunque avvolta nel massimo riserbo: una mossa di questo tipo da parte delle difese dei due imputati, rappresentati da Antonio D’Avirro e Carlo Baccaredda Boy, ha destato sorpresa. 

Con il concordato le due parti, prima ancora dell'inizio del dibattimento in appello, possono accordarsi sui motivi di appello. Una sorta di trattativa con la Procura generale, nella quale gli imputati possono rinunciare a parte delle richieste avanzate con l'atto di impugnazione e il pubblico ministero indicherà al giudice la nuova pena sulla quale è stato trovato l'accordo, chiedendone l'accoglimento. Se tutto andasse in porto, quelle concordate per Fornasari e Bronchi sarebbero le prime condanne definitive per il crac di Banca Etruria. 

La condanna del tribunale di Arezzo

Il tribunale di Arezzo aveva condannato in udienza preliminare i due imputati: la pena assegnata loro dal gip Giampiero Borraccia era pari a 5 anni. Nelle oltre 200 pagine di motivazioni, il giudice parlò di azioni "miopi, compiacenti, perseveranti nella bancarotta" intraprese con "avventatezza". Era questo un chiaro riferimento ai milioni di euro che, secondo il giudice, sarebbero stati assegnati senza reali garanzie a persone o imprese che non si dimostrarono in grado restituirli, e a investimenti sterili (come il cantiere navale dello yacht, alcune ristrutturazioni immobiliari), o alle erogazioni alle società di Rigotti. 

Il processo d'appello

Il processo d'appello, nonostante la falsa partenza dovuta alla mancanza di una notifica, andrà comunque avanti per gli altri due imputati,  l'ex vice presidente Alfredo Berni e l'allora membro del cda Rossano Soldini accusati rispettivamente di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. La prossima udienza è in programma per il 10 di novembre. In quella data dovrebbe essere proposta dal procuratore la pena concordata con Fornasari e Bronchi e dovrebbe proseguire il procedimento per gli altri che - già condannati a 2 e 1 anno - punteranno all'assoluzione. Per i medesimi reati, infatti, nel procedimento ordinario il collegio giudicante del tribunale di Arezzo pronunciò una raffica di assoluzioni. Una sentenza alla quale di fronte alla corte fiorentina potranno far riferimento. 

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