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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Crac Etruria, le storie dei truffati in aula: "Dopo il dramma la beffa, per 400 euro svanite migliaia di euro di rimborso"

Avevano investito 100 mila euro in obbligazioni subordinate. Lei, impiegata part time, lui operaio agricolo: raccontano che quelli erano i risparmi della loro vita. Poi sono stati polverizzati, insieme a quelli di molti altri risparmiatori, il 22...

Avevano investito 100 mila euro in obbligazioni subordinate. Lei, impiegata part time, lui operaio agricolo: raccontano che quelli erano i risparmi della loro vita. Poi sono stati polverizzati, insieme a quelli di molti altri risparmiatori, il 22 novembre del 2015, con il decreto salvabanche. La coppia non si è data per vinta, ha chiesto il rimborso, ha sporto denuncia e si è costituita parte civile.

Ieri la donna, madre di tre figli ormai adulti, si è seduta nell'aula Melani Graverini del Tribunale di Arezzo, di fronte al giudice Avila, chiamata a deporre come teste. Prima le domande del suo legale, l'avvocato Stefano Burcchi, poi un breve controesame. Nel mezzo una testimonianza toccante, come tante altre nella vicenda del crac Banca Etruria. Ma in questo caso anche paradossale.

Perché quei titoli ad alto rischio erano a nome suo e del marito e quando hanno fatto richiesta di rimborso hanno scoperto che le entrate del marito superavano di circa 400 euro il tetto massimo. E per poche centinaia di euro si sono visti negare il rimborso di migliaia di euro. Nel dettaglio si sono visti accordare l'80 per cento del 50 per cento dei 100 mila euro investiti. Ovvero solo 39mila euro.

La vicenda

La storia è stata ripercorsa dalla signora, una 60enne che vive nel comune di Arezzo, risposta dopo risposta. Era l'ottobre del 2013 quando la coppia riceve una chiamata da un promotore dell'istituto di credito. La donna ha raccontato che all'epoca avevano investito i risparmi in obbligazioni ordinarie che non erano in scadenza. Stando alla testimonianza le viene proposto un investimento definito "ottimo", ma le viene detto che è un'opportunità in scadenza "dovevamo sbrigarci". La proposta sarebbe stata insistente. E alla fine nello stesso giorno, il 30 ottobre, vengono prima smobilizzati e poi investiti in titoli subordinati i 100mila euro.

Il resto è storia nota. Il crac dell'istituto di credito, le battaglie dei risparmiatori. Fino al paradosso. La coppia chiede l'indennizzo: lei ha i requisiti, lui invece non rientra nella procedura perché in un anno guadagna 400 euro in più del limite massimo. E così l'indennizzo viene accodato solo a nome della donna, per il 50 per cento dell'investimento quindi, e per una cifra pari all'80 per cento di 50 mila euro.

Resta l'amarezza e la voglia di raccontare la propria storia, senza arrendersi, anche di fronte a un giudice.

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