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Cronaca

Crac Banca Etruria, il giorno del controinterrogatorio di Santoni. La parola ai legali degli imputati

Questa mattina presso il Tribunale di Arezzo si svolgerà una nuova udienza di fronte al collegio presieduto dal giudice Gianni Fruganti e composto dai giudici Claudio Lara e Ada Grignani

Riprende con le parole di Giuseppe Santoni il maxi processo per il crac di Banca Etruria. Questa mattina presso il Tribunale di Arezzo si svolgerà una nuova udienza di fronte al collegio presieduto dal giudice Gianni Fruganti e composto dai giudici Claudio Lara e Ada Grignani. Santoni, liquindatore dell'istituto di credito, è il primo teste chiamato dalla pubblica accusa. Nell'ultima udienza ha risposto alle incalzanti domande dei pm Angela Masiello e Andrea Claudiani in merito alle condizioni in cui verteva Banca Etruria dal momento delle ispezioni di Banca d'Italia in poi. 

Le sue parole sono state pesantissime: ha affermato che la banca alla vigilia di quel  22 novembre 2015, quando fu approvato il decreto Salvabanche, era in una situazione "economica spaventosa", ha detto che già dal febbraio precedente era "fuori gioco" in quanto il patrimonio netto era ormai ridotto all'osso. Patrimonio che entro la fine dell'anno risultò poi azzerato. 
E ancora, ha sostenuto che la "banca è stata usata come un bancomat da alcuni esponenti aziendali. Il riferimento era relativo ai prestiti e ai fidi concessi a società che facenti capo ad amministratori o sindaci. Un totale di 198 posizioni di fido per 185 milioni di euro. Tra questi prestiti concessi in un solo giorno o anche a società non ancora costituite. 

Oggi nuovi dettagli sulla vicenda sono attesi dalle risposte che darà sia come teste citato dai legali di alcuni imputati sia nel controinterrogatorio.

L'udienza dovrebbe concludersi nel pomeriggio. 

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