Il ricorso avanzato dalla procura di Arezzo e dall'unico condannato, Alberto Rigotti, è stato accolto. Prenderà il via in Corte d'Appello, a Firenze, il processo di secondo grado per il crac di Banca Etruria. La data è già stata fissata: il 5 maggio 2023 dovranno presentarsi in aula tutte le parti. 

La sentenza di primo grado fu pronunciata il 1 ottobre 2021 dal presidente del collegio Giovanni Fruganti. Un solo condannato (Rigotti, pena di 6 anni) e tutti gli altri 20 imputati assolti. Nelle motivazioni, depositate nel dicembre successivo, in oltre 560 pagine sono stati passati in rassegna ogni singolo movimento economico finanziario che ha portato al dissesto dell'istituto di credito e analizzate le posizioni e il ruolo di ogni singolo indagato.

Per il collegio giudicante l'unico colpevole Rigotti sarebbe stato talmente spregiudicato nella sua condotta da aver messo a repentaglio i risparmi dei clienti ed è stato ritenuto colpevole in quanto, si è letto nelle motivazioni, "Ha sistematicamente utilizzato la banca della quale era componente del Cda per i propri interessi personali e mettendo in tal modo gravemente a rischio il patrimonio e quindi le ragioni del ceto dei creditori. Rischio purtroppo concretizzatosi. Col denaro degli ignari risparmiatori che confidavano sulla rettitudine della banca, Rigotti ha giocato prima a fare il finanziere d’assalto, il mago della finanza e poi di rientrare dalle sue perdite personali, il che vale a rendere manifestamente impraticabile l’ipotesi di applicazione delle attenuanti generiche si si porrebbero in ipotesi come premio beffardo per una condotta la cui antisocialità merita il massimo della stigmatizzazione”.

Per tutti gli altri imputati invece, nessuna responsabilità.

Adesso tutto passa alla corte fiorentina, chiamata a esprimersi in merito alla sentenza di primo grado. Potrà confermarla o riformarla.