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Cronaca

Racimolano i pochi averi per l'ospedale San Donato. La donazione dei detenuti del carcere di Arezzo

La raccolta dei fondi è stata fatta insieme al personale del carcere, polizia penitenziaria e amministrativi

Senza distinzione tra detenuti e personale, un'azione corale fatta con la consapevolezza che ogni contributo abbia un grande valore per sostenere l'ospedale San Donato di Arezzo e in generale l'Asl Toscana Sud Est. E' quella che si è concretizzata oggi con la consegna al direttore generale Antonio D'Urso della lettera della casa circondariale di Arezzo e della relativa donazione. In sostanza, le persone in carcere hanno raccolto tra di loro e voluto donare 300 euro. Di pari passo si sono mossi la polizia penitenziaria e il personale amministrativo che hanno donato altri 700 euro.

"La Casa Circondariale di Arezzo, per la prima volta senza distinzione tra personale e detenuti, ha voluto raccogliere una piccola somma da consegnare direttamente al vostro personale, come piccolo segno di solidarietà, vicinanza e stima nei confronti di chi è in prima linea nella lotta contro questa pandemia" si legge nella lettera dirmata dal direttore del carcere Giuseppe Renna. 

"La somma di 300 euro, racimolata dai ristretti, è accompagnata da una lettera in cui spiegano i motivi del gesto, tanto più significativo in quanto proveniente da persone che non hanno nulla e quel poco che ricevono, o guadagnano, lo hanno voluto donare."

"Anche il personale della polizia penitenziaria e quello amministrativo, impegnato pesantemente (anche se nel più assoluto silenzio), come tutte le forze di polizia, nell'assicurare anche nel carcere di Arezzo l'ordine e la sicurezza rispettando i diritti dei detenuti, evitando quello che si è visto in molti istituti italiani, ha voluto testimoniare il proprio affetto e riconoscenza verso i medici infemrieri e volontari dell'ospedale, donando, martedì scorso, la modesta somma di 700 euro."

"L'auspicio è che, così come ben raccontato nella missiva dei detenuti, scritta con il cuore, possa servire a regalare un momento di ristoro e sorriso a chi non solo lotta giornalmente per assicurare a tutti noi cittadini il bene più importante, la salute, ma anche come segno di profonda commozione nei confronti di chi deve confortare, continuano senza sosta a lavorare, il paziente che giace da solo in un letto d'ospedale, rischiando di lasciarci per sempre senza nemmeno il conforto delle persone amate."

La donazione dei detenuti di San Benedetto e del personale del carcere all'ospedale

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