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Cronaca

Stop ai locali dalle 18, ma molti chiudono per tutto il giorno: "Senso di responsabilità"

Arezzo e tutta Italia zona protetta: forti limitazioni agli spostamenti e scuole chiuse fino al 3 aprile. Sono alcuni dei provvedimenti del decreto del presidente del consiglio dei ministri di ieri sera

Una città come non si era mai vista prima, nemmeno sotto il solleone di Ferragosto. Da oggi Arezzo è nella zona protetta che comprende tutta Italia alla quale sono state estese le restrizioni agli spostamenti e alle libertà personali che finora erano state fissate per la Lombradia e per altre 14 province. Da oggi ci sono tante limitazioni, prima di tutto sulle possibilità di muoversi.

Locali pubblici

Dalle 18 di ogni giorno scatta l'obbligo di chiusura di bar e ristoranti. Una misura quasi da coprifuoco, ma che si è resa necessaria, soprattutto per fermare le ondate di affollamenti in ambienti chiusi e piccoli che hanno attirato fino a ieri molti giovani. Così la città sarà spettrale, farà effetto, ma la misura non era più rimandabile. Sempre nei locali pubblici sono vietati gli assembramenti. 

Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00, con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilita' del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell'attivita' in caso di violazione;

 Sono consentite le attività commerciali diverse da quelle di cui alla lettera precedente a condizione che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalita' contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro, tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse;

Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali, il gestore dei richiamati esercizi deve comunque predisporre le condizioni per garantire la possibilita' del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell'attivita' in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro le richiamate strutture dovranno essere chiuse. La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all'allegato 1 lettera d), con sanzione della sospensione dell'attivita' in caso di violazione;

Le chisure di molti locali della movida: "Senso di responsabilità"

Moltissimi locali della movida, ma anche palestre, agenzie di viaggio e altri luoghi di lavoro ed esercizi commerciali al pubblico hanno deciso di chiudere. Lo hanno fatto anche molte ore prima che il decreto fosse paventato. Alcuni perché restare aperti non aveva senso, oppure produceva costi ancora più insostenibili, altri invece con l'intento di bloccare gli assembramenti dei giovani per la movida, come i locali di piazza San Francesco che hanno quasi tutti deciso di chiudere: dai Costanti al Sotto Piazza, da La Barberia a Terre di Piero. Ma ci sono anche i piccoli bar come il Mojito di via Madonna del Prato. Un cartello al vetro annuncia la decisione.

"Siamo già in tanti, chi tra i più noti e chi come noi magari piu piccoli, ma ognuno prova a fare la propria parte" spiega Elisa Lazzeroni del Mojito che aggiunge il senso della decisione presa: 

È stata una decisione difficile da prendere ma la salute nostra e dei clienti va avanti a tutto. Economicamente sarà un duro colpo per noi ma a livello di coscienza non potevamo continuare. Nonostante tutti gli avvertimenti di restare a casa la gente ancora non capisce la gravità della situazione. Chiudendo i luoghi di aggregazione forse si può aiutare ad evitare e limitare il contagio.

E poi la Salus, la Space, Avatar Yoga, palestre e centri del benessere che si stanno attrezzando per attività fisiche on line insieme ad un'altra lunga lista di locali pubblici che hanno deciso di tirare giù le saracinesche per qualche giorno, ma che è impossibile elencare tutti.

Il blocco degli spostamenti per tutti: solo tre motivi validi

Tra le misure più importanti all'interno del decreto, ci sono quella sugli spostamenti che sono ammessi solo in tre casi: per comprovati motivi di lavoro (leggasi la guida per l'autocertificazione), per motivi di salute oppure necessità impellenti. Per il resto non sono ammessi altre situazioni di movimento delle persone. Non è stata decisa invece la serrata dei trasporti pubblici che servono alle persone per andare a lavorare e quindi per dare una certa continuità al sistema produttivo. A tal proposito il decreto fa riferimento a quello precedente, estendendo a tutta Italia il territorio di applicazione:

evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonche' all'interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessita' ovvero spostamenti per motivi di salute. E' consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza

ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) e' fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante;

divieto assoluto di mobilita' dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus;

Scuole e università

Lo stop alle attività di didattica nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università scattato il 6 marzo scorso, è stato deciso che si protrarrà fino al 3 aprile che cadendo di venerdì porterebbe al 6 aprile il giorno del vero rientro a scuola, con evidente prossimità delle vacanze di Pasqua, che, se non cambierà nulla, sono previste dal 9 al 14 aprile. Insomma un mese di fermo che mette a dura prova le famiglie e i programmi scolastici per i quali non tutti solo pronti nell'utilizzo delle classi virtuali, della didattita a distanza.

Mondo del lavoro

Secondo quanto prevede il decreto, i datori di lavoro privati devono promuovere la modalità di lavoro agile per la durata dello stato di emergenza, inoltre

 qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie;

Altre chiusure e sospensioni

Anche ad Arezzo sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d'esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività;

L'apertura dei luoghi di culto è condizionata all'adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri;

Sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura

Sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalita' telematica; sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro

Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi;

Sono sospesi gli esami di idoneità  da espletarsi presso gli uffici periferici della motorizzazione civile aventi sede nei territori.

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