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Cronaca

Maxi evasione con cooperative "apri e chiudi": sgominata organizzazione che operava nelle Rsa

L'organizzazione aveva costituito un consorzio che partecipava a bandi di enti pubblici e privati. Poi affidava i lavori a cooperative "affiliate" che però non versavano tributi e traevano indebite compensazioni. Alla fine chiudevano le cooperative senza pagare i debiti e ne aprivano di nuove

Era una vera e propria organizzazione che aveva la sua base nell'Aretino, ma operava anche nel centro e nel nord Italia. Da anni gestiva strutture socio assistenziali, in affidamento da parte di enti pubblici e privati, ma aveva messo a punto un meccanismo che ha permesso di evadere ben 26 milioni di euro. Un meccanismo ripetuto in modo seriale a partire dal 2013, che si basava sull'apertura e sulla chiusura di cooperative che gestivano i servizi. 

 L'organizzazione è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Arezzo che questa mattina ha eseguito tre ordini di custodia cautelare (un arresto in carcere e due ai  domiciliari) nei confronti dei vertici. 

Al termine di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Arezzo – in origine, dal pm Andrea Claudiani, poi, dal procuratore della repubblica Roberto Rossi – hanno disarticolato l'organizzazione che aveva  "Ideato un collaudato schema - spiegano le Fiamme gialle -, che prevedeva, tra l’altro, la partecipazione a “gare” pubbliche per l’affidamento di servizi socio-assistenziali, da parte di un consorzio, riconducibile agli indagati principali, per poi affidare l’esecuzione delle prestazioni a società cooperative “affiliate”, talora rappresentate da prestanomi".

Le persone indagate, avvalendosi di un consulente fiscale, avrebbero messo a segno "numerosi e ripetuti reati fiscali": dall'omissione di versamenti di tributi alle  indebite compensazioni. Nel tempo questi "escamotage" avrebbero generato un rilevante debito nei confronti dell’erario che secondo gli inquirenti non sarebbe mai stato onorato, in capo alle singole cooperative, "poi sistematicamente poste in liquidazione e sostituite con altre, che proseguivano l’attività con gli stessi dipendenti".

Nel complesso, è stato quantificato un ammontare di somme evase e non versate pari a 26 milioni di euro, costituenti il profitto illecito realizzato.

Le indagini hanno permesso di ricostruire puntualmente le dinamiche innescate dall'organizzazione e di individuare ben 10 persone, denunciate a vario titolo, per associazione per delinquere e reati fiscali.

"Nella mattinata odierna - spiega la Guardia di finanza -, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare, nei confronti di 3 soggetti, vertici dell’associazione (1 in carcere e 2 ai domiciliari), varie perquisizioni ed un sequestro preventivo, per oltre 500mila euro, quest’ultimo relativo alla compensazione di debiti erariali con crediti inesistenti, effettuata dall’ultima delle cooperative individuate. L’operazione testimonia la particolare attenzione della Guardia di finanza al contrasto dell’evasione fiscale, che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico, perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto tra cittadini e stato e penalizza l’equità. Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dal corpo contro gli evasori".

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