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Cronaca

Colpo al portavalori, Di Stazio condannato a 4 anni e mezzo. Mistero sul bottino

E' stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione. Antonio di Stazio, il 60enne di origini partenopee, autore del colpo milionario al portavalori di Securpol, resterà in carcere per furto aggravato. Così si è pronunciato questa mattina il giudice...

E' stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione. Antonio di Stazio, il 60enne di origini partenopee, autore del colpo milionario al portavalori di Securpol, resterà in carcere per furto aggravato. Così si è pronunciato questa mattina il giudice Gianni Fruganti.

La difesa ha cercato di ridimensionare il capo d'accusa in “appropriazione indebita”: “Perché – ha sostenuto l'avvocato Daniela Paccoi – di fatto una volta disinserito l'allarme con la parola d'ordine, il portavalori non era più controllato dall'azienda di vigilanza, pertanto i beni erano nella disponibilità di Di Stazio”. La pm Angela Masiello aveva chiesto il massimo della pena con le aggravanti di destrezza, ingente valore della refurtiva, porto d'arma, e dal fatto di aver tradito il rapporto di fiducia con l'azienda. Tutto è stato poi ridimensionato in virtù dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato. Pertanto la richiesta è stata di 6 anni e 8 mesi. Ma il giudice, pur avendo accolto le aggravanti, ha deciso per una pena più leggera. La difesa, sostenuta dagli avvocati Daniela Paccoi e Marco Treggi, ha depositato anche uno scritto di Di Stazio: nessun rifermento al bottino, ma uno sfogo sul suo lavoro di vigilantes e sul suo rapporto di lavoro - a suo dire difficile - con l'azienda di cui era dipendente. Anche la Securpol, costituitasi parte civile, ha avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a 450 mila euro: "Ovvero - ha spiegato il legale Antonio Bonacci - la cifra richiesta per la franchigia dell'assicurazione". L'azienda aveva appena rinnovato il contratto e in caso di sinistro la franchigia aveva anche un importo maggiorato. LA VICENDA

Era l'11 luglio, un lunedì mattina, quando Di Stazio assieme a un altro vigilante della Securpol, stava facendo un giro tra le aziende orafe del distretto aretino. Ad un certo punto il collega scese di fronte ad una ditta di Badia al Pino, quando tornò il furgone e Di Stazio erano spariti. Volatilizzato. Il furgone venne ritrovato poco più tardi, nei pressi della stazione di servizio dell’A1 di Badia al Pino Ovest. Del vigilantes sessantenne nessuna traccia.

Per una settimana non si ebbero notizie di lui, poi riapparve a Lucca. Accompagnato dall’avvocato, busso alla porta della caserma dei carabinieri. Raccontò di aver fatto una vacanza, ma sull'oro non ha mai detto una parola.

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