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"Salvate il Pionta". Tito Anisuzzaman: "Un pomeriggio nel parco tra disagio e droga"

Molti sono infatti i racconti di cittadini che riportano, più o meno, le stesse parole

"Uniamoci e chiediamo la riqualificazione del parco del Pionta".

Tito Anisuzzaman, portavoce dell'associazione Bangladesh Arezzo, lancia un appello al mondo delle realtà che operano in campo sociale per costituire un coordinamento che spinga l'amministrazione comunale e gli enti competenti ad applicare una vera e propria politica di riqualificazione del parco cittadino.

Una necessità che scaturisce dalla volontà non solo di fare qualcosa per questo spazio ma dal disagio e malessere provato dallo stesso Anisuzzaman in un episodio specifico.

"Ieri pomeriggio, verso le 15, attraversavo il parco del Pionta e ho visto una decina di ragazzi che gironzolavano - racconta - Uno di questi mi si è avvicinato e mi ha offerto di comprare della droga. Mi sono messo a parlare con lui, dicendogli che era assurdo che fermasse persone a caso per proporre la vendita di sostanze illegali. Lui mi ha risposto che non gli importava, io avevo fretta e me ne sono andato. A fine serata, sono ripassato di lì, erano circa le 19, e ho visto una trentina di persone, italiani e stranieri, che urlavano sguaiatamente tra loro.

Ho avuto una brutta sensazione, ho percepito un clima brutto, ero a disagio.

Mi sono chiesto se altre persone, come me, si siano soffermate a osservare e riflettere, ho pensato che quel bellissimo parco che potrebbe essere frequentato da qualunque cittadino, dai ragazzi che giocano al pallone al signore che porta fuori il cane, versa in una situazione tale da non consentire queste normali frequentazioni, e non perché succeda realmente qualcosa (o almeno non sempre, mi auguro) ma per quell’atmosfera che provoca malessere e che porta a evitare di passare di lì".

Una descrizione non certo nuova. Molti sono infatti i racconti di cittadini che riportano, più o meno, le stesse parole. Quel polmone verde così bello, così grande e così ricco di storia diventa inaccessibile.

"Questo non va bene - prosegue Tito Anisuzzaman - non si può privare la città di questo spazio così potenzialmente ricco di opportunità, un parco che si trova, più di ogni altro, nel cuore della città, un posto storico per Arezzo, un tempo sede del manicomio e oggi dell’Università, dove camminando incontri addirittura reperti etruschi. 

Quel luogo è pieno di storia, è un luogo che dovrebbe richiamare benessere, una passeggiata con gli amici, dove si va per sentire il profumo dell’aria pulita e non un posto abbandonato da evitare perché percepito come insicuro, anche per la presenza di strutture completamente abbandonate".

Da qui la necessità di fare qualcosa e di mettersi a disposizione affinché questo spazio venga completamente riqualificato.

"Io credo che l’unico modo per cambiare questo scenario sia quello di investire sulla cultura e sulla legalità; realizzare attività sociali e culturali e, di conseguenza, allontanare il degrado, impedire che la situazione si deteriori ancor di più.

Come associazione culturale del Bangladesh da tempo abbiamo a cuore quei luoghi e pensiamo che l’unica strada per chiedere con forza alle istituzioni di prendersi davvero carico di questa situazione, sia condividere un percorso insieme a tutte le associazioni che lavorano in ambito sociale, culturale e ambientale in questa città, per unirsi e creare un fronte comune e chiedere, un impegno costruttivo, una riqualifica necessaria del Parco del Pionta".

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