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Processo Coingas, "Macrì poteva avere deleghe gestionali dirette". Il parere sulla nomina al centro del dibattimento

E' stata ascoltata oggi in aula la testimonianza di Simona Rostagno, avvocato di Torino che ha rilasciato il parere che fu presentato a Coingas in occasione della nomina di Macrì alla presidenza di Estra.

"Le nomine gestionali dirette potevano essere attribuite a Macrì, perché derivavano da una prassi di Estra sempre attuata fino a quel momento". L'avvocato Simona Rostagno ha ripercorso così, in aula, le prime tappe della vicenda che portarono alla nomina di Fracesco Macrì alla presidenta di Estra, partendo da quanto sostenuto nel suo parere. Con la sua testimonianza il procedimento sul caso Coingas - che vede sul banco degli 11 persone tra cui il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, l'assessore Merelli, gli ex presidenti di Coingas ed Estra, professionisti e politici - ha fatto un nuovo balzo in avanti. 

La legale del blasonato studio di Torino è stata chiamata a deporre dalla pubblica accusa, rappresentata dal procuratore Roberto Rossi e la pm Chiara Pistolesi, su uno dei tre filoni portanti dell'inchiesta: quello della nomina alla guida di Estra.
"Era il 30 maggio del 2016 quando un mio collaboratore mi avvisò che mi aveva contattato allo studio un uomo di nome Francesco Macrì che si era qualificato come capogruppo di una parte politica. Chiedeva un parere in merito al decreto attuativo 39 del 2013 della Legge Severino".  Ovvero quella normativa, che all'epoca era entrata da poco in vigore, sulle Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico. Il dilemma infatti era chiaro: Francesco Macrì, che era già consigliere comunale, avrebbe potuto ricoprire l'incarico di presidente di Estra?

Rosagno e il leader locale di Fratelli d'Italia non si erano mai conosciuti: "Mi contattò dopo aver trovato il mio nome su internet, poi mi chiese il curriculum. Io accettai la richiesta di stilare questo parere: si trattava di una materia molto nuova e interessante e io avevo già scritto degli articoli in proposito. Di fatto si trattava di una normativa di prima applicazione"

I contatti da quel 30 maggio andarono avanti e l'11 luglio fu inviato il parere definitivo. "Nel frattempo - ha affermato Rostagno - mi specificarono che avevano chiarito a chi era affidato l'incarico.  Poi il 1 settembre ricevetti una nuova mail: dell'avvocato Pasquini in cui mi diceva 'dobbiamo trovare le formulazioni comuni in modo che non contrastino con il parere da lei rilasciato'. A seguito di questo contatto ci fu l'ultimo parere, datato 3 settembre". In quell'atto ci sarebbe riportato che le "deleghe gestionali dirette potevano essere attribuite a Macrì". 

Non ci sarebbero invece mai stati contatti con il sindaco Alessandro Ghinelli: a domanda diretta del legale Luca Fanfani, l'avvocato ha negato di conoscerlo e di fronte al primo cittadino che si è abbassato la mascherina per mostrare il volto, Rostagno ha confermato di non averlo mai visto. 

Il processo andrà avanti il prossimo 31 maggio, quando saranno ascoltati l'ultimo teste della parte civile, l'onorevole Maurizio d'Ettore, e l'avvocato Santolini (per la difesa di Rason). 

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