Coingas, chieste condanne a 2 anni e 2 mesi per Ghinelli e 6 anni per Macrì
E' arrivato alle battute finali il processo di primo grado per il caso Coingas. Oggi è il giorno in cui la Procura di Arezzo, rappresentata dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Chiara Pistolesi, pronuncerà la propria requisitoria avanzando le richieste di condanna.
Ore 12,20
Pesanti le richieste di condanna: Ghinelli 2 anni e due mesi (otto mesi per favoreggiamento nella vicenda Multiservizi e un anno e sei mesi per abuso d'ufficio). Francesco Macrì 6 anni (di cui 4 anni e 6 mesi per peculato e 1 anno e 6 mesi per abuso d'ufficio). Per Merelli, abuso d'ufficio, un anno e sei mesi. Avanzate richieste anche per Marco Cocci, accusato di peculato (4 anni), Olivetti Rason (peculato) 4 anni e sei mesi. Per Bardelli, accusa riformulata in corruzione, la richiesta è di 2 anni e 6 mesi, per Amendola (istigazione alla corruzione) 2 anni e 6 mesi.
Cadono invece le accuse di favoreggiamento per Mara Cacioli, Stefano Pasquini, Franco Scortecci e Lorenzo Roggi, perché il fatto non costituisce reato.
L'udienza riprenderà questo pomeriggio: a prendere parola saranno i legali di parte civile.
Ore 11,45
Caso Multiservizi, il procuratore riconfigura il capo di imputazione, riportandolo all'origine: non più dunque traffico di influenze, ma favoreggiamento reale e corruzione.
Ore 11,25
Sul favoreggiamento (capo di imputazione contestato a Ghinelli, Merelli, Cacioli, Scortecci e Pasquini) il procuratore ha fatto un breve intervento, sottolineando come, da quanto emerso nel dibattimento, non ci sarebbe stato un "elemento soggettivo" importante. Solo nelle conclusioni sarà chiaro se per questo reato verranno richieste condanne.
Ore 11,05
Vengono prese in rassegna tutte le consulenze emerse durante l'inchiesta: da quelle per i progetti Pronto strada e per i rifiuti, a quelle per Bigiarini e Rason. Il procuratore mette in correlazione date e importi. E parla di "Peculato a livelli estremi" citando l'episodio della consulenza di Bigiarini, che secondo l'accusa sarebbe stata fatta per giustificare le spese di un contratto fatto ad una avvocatessa fiorentina nello studio di Rason.
Ore 10,20
Secondo l'accusa "la documentazione delle consulenze fu creata tutta ex post. Nelle intercettazioni il ritardo nel consegnare i documenti irrita e scandalizza le persone che dovevano risolvere la situazione (Cacioli, Pasquini e Merelli), che non capiscono questi ritardi. Perché i documenti - afferma Rossi - non ci sono, devono crearli per giustificare i contratti".
Ore 10
Nella requisitoria il procuratore risale alle primissime consulenze, quelle con Rason. La tesi della procura è chiara: "Nascono come scambio di favore" e viene motivata citando passaggi di intercettazioni e anche stralci dell'incidente probatorio di Staderini. Poi vengono prese in rassegna quella di Bigiarini e di Cocci.
Ore 9,40
Il primo reato che Rossi cita nella sua requisitoria è quello di peculato: "Il peculato - ha affermato - si sostanzia nel fatto che le consuleze erano prive di ogni utilità per le società che le hanno attivatee che hanno visto una attività professionale ridotta ai minimi, dalla totale inconsistenza. Lo scopo era quella di fornire una copertura formale a ciò che invece era una forma di elargizione di denaro pubblico, fatta grazie a rapporti amicali che avevano i destinatari con chi poteva disporre del denaro pubblico".
Ore 9,25
Dopo una serie di integrazioni documentali, inizia la requisitoria del procuratore Roberto Rossi. Si tratta dell'ultima volta che il magistrato indosserà la toga nel tribunale di Arezzo prima del trasferimento alla procura generale di Ancona.
Ore 9:15
La corte entra in aula. Numerosi gli imputati presenti: il sindaco Alessandro Ghinelli, l'ex presidente di Estra Franncesco Macrì, gli avvocati Pier Ettore Olivetti Rason e Stefano Pasquini. Ci sono anche Mara Cacioli, Franco Scortecci, il commercialista Marco Cocci, l'assessore Alberto Merelli, e il consigliere Roberto Bardelli. Non sono presenti Luca Amendola, ex presidente di Multiservizi, e Lorenzo Roggi, presidente di Arezzo Casa.
I capi di imputazione contestati dalla procura
I reati di cui sono accusati gli altri imputati spaziano spaziano, a vario titolo dal peculato, al favoreggiamento, all'abuso d'ufficio.
Il sindaco Alessandro Ghinelli (assistito dai legali Luca Fanfani e Piero Melani Graverini) è accusato di favoreggiamento in peculato (per le consulenze d'oro a Cocci e Rason), favoreggiamento in traffico d'influenze (per l'affaire Multiservizi) e concorso in abuso d'ufficio (per la nomina di Macrì a presidente di Estra). Tre capi d'imputazione per tre diversi aspetti di una vicenda dai vari risvolti di fatto riuniti in un unico procedimento.
Francesco Macrì (assistito dall'avvocato Antonio Viciconte), inizialmente accusato solo di abuso d'ufficio, si vede accusato anche di concorso in peculato in seguito ad una integrazione avvenuta durante l'udienza preliminare su istanza del pm Rossi. Secondo la tesi della procura era lui la liason tra Staderini e lo studio di Pier Ettore Olivetti Rason. Un'accusa questa che inizialmente non era presenta, ma fu aggiunta durante l'udienza preliminare con una integrazione del capo di imputazione.
Per quanto riguarda l'affaire multiservizi, Amendola, Roggi e Bardelli sono accusati di traffico d'influenze.
L'avvocato Pier Ettore Rason è accusato di peculato e ingiusto profitto in relazione alle spese per le consulenze del suo studio che dal 2017 al 2019 Coingas avrebbe sostenuto. All'assessore Merelli viene contestato il reato di abuso d'ufficio (perché avrebbe procurato "un ingiusto profitto" a Staderini, Cocci e Rason a danno dei comuni soci di Coingas).
Infine Cacioli, Pasquini e Scortecci sono accusati di aver prodotto “documentazione di comodo ed in particolare relazione dei professionisti sulle attività svolte in esecuzione degli incarichi conferiti dalla Coingas, volte ad attribuire fittiziamente apparenza di effettività e rilevanza alle prestazioni".