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Cronaca

Inchiesta Coingas-Multiservizi-Estra, attesa per l'udienza preliminare per 13 imputati

La nomina di Macrì a presidente di Estra ripercorsa nella seconda parte dell'interrogatorio di Staderini

Dopo il racconto che Sergio Staderini ha fatto alla Procura di Arezzo che ha indagato sulle consulenze Coingas, sulla presidenza della Multiservizi e su quella di Estra, c'è attesa per la fissazione dell'udienza preliminare con la quale sarà deciso se rinviare a giudizio i 13 nomi eccellenti della vita politica e amministrativa aretina.

C'è il sindaco Alessandro Ghinelli, l'assessore al bilancio Alberto Merelli, il presidente di Estra Francesco Macrì, quello di Arezzo Casa Lorenzo Roggi, l'ex presidente della Multiservizi Luca Amendola, il consigliere comunale Roberto Bardelli, l'avvocato fiorentino Pier Ettore Olivetti Rason, il commercialista aretino Marco Cocci, l'avvocato aretino Stefano Pasquini e l'altro legale, Jacopo Bigiarini, l'ex dipendente di Estra Mara Cacioli e il presidente di Coingas passato Sergio Staderini e presente Franco Scortecci. 

Le ipotesi di reato vanno dalla corruzione all'abuso d'ufficio, dall'ingiusto guadagno al favoreggiamento.

La vicenda, partita per le consulenze d'oro affidate da Coingas, grazie al materiale registrato dallo stesso Staderini nel corso di incontri, riunioni politiche e telefonate, si è allargata, producendo l'inchiesta legata a Roberto Bardelli e alla nomina di Amendola alla Multiservizi, arrivando infine alla scelta di Macrì per la presidenza della multiutility Estra.

I vari pezzi del puzzle che si stanno via via aggiungendo sembrano delineare un quadro politico in cui gli equilibri di potere e i rapporti tra persone mutano rapidamente. In un passaggio del suo interrogatorio del 17 dicembre scorso lo stesso Staderini parla di un rapporto con l'avvocato Rason e con il presidente Macrì che sono passati 'dall'alba al tramonto': dai contatti quotidiani a situazioni difficile da sostenere, che nell'interrogatorio vengono definite come un vero e proprio boicottaggio nei confronti dell'allora guida di Coingas. Staderini racconta che ai tempi dell'inizio della prima legislatura lui stesso aveva fatto da paciere tra Ghinelli e Macrì (e dopo tutto quello che stava accadendo se ne stava pentendo). Sindaco ed esponente di Fratelli d'Italia al tempo erano ai ferri corti per la mancata elezione di Macrì alla presidenza del consiglio comunale. In una riunione di OraGhinelli la decisione fu presa rispondendo a questa domana che pose Staderini: "Dove vi rompe meno Macrì? Se lo mettete in giunta o se lo mettete in Estra?". In quei giorni il primo cittadino si sentiva stretto tra martello e incudine, perché, secondo i racconti, Francesco Macrì sentendosi tradito, aveva mosso la Meloni e La Russa per fare telefonate al sindaco. 

Oltre al fatto che l'allora amministratore unico di Coingas Filippo Ceccherelli (Ora Ghinelli e uomo di Gamurrini) si rifiutò di nominare Macrì a Estra, ci fu da affrontare subito il problema della possibile incompatibilità in base alla legge Severino. Essendo stato eletto consigliere comunale Macrì non poteva assumere cariche in partecipate e aziende pubbliche. Fu lo stesso Macrì a proporre la soluzione chiedendo un parere all'avvocatessa Rostagno che lui stesso conosceva a Torino. Macrì chiese il parere che venne diffuso fino al segretario generale del Comune, poi Coingas fece la richiesta formale e lo pagò. "Con questa avvocatessa s'è concordato una cifra ridicola di 2mila 500 euro", disse Macrì in quel frangente.

Ma i problemi non erano del tutto superati. Il presidente del collegio dei revisori Athos Vestrini (non rinnovato nel febbario 2020) avvertiva che il parere della Rostagno non affrontava il tema delle deleghe per il presidente di Estra e del relativo compenso. Secondo quanto racconta Staderini furono il sindaco e l'assessore Merelli a occuparsi della questione, che come è stato possibile osseervare a posteriori, non ha portato conseguenze, Francesco Macrì è stato nominato ed è tuttora il presidente di Estra. 

Nelle carte dell'inchiesta del giugno scorso si legge che la Procura considera Macrì "istigatore e beneficiario". La nomina gli ha garantito "un ingiusto profitto patrimoniale di 120mila euro annui nonchè l'attribuzione di una posizione di prestigio e potere derivante dalla gestione delle ingenti disponibilità finanziarie e delle attività economiche di Estra". 

Ulteriori dettagli potrebbero arrivare con la deposizione della memoria che Sergio Staderini sta preparando e che ha annunciato di consegnare agli inquirenti proprio in sede di interrogatorio lo scorso 17 dicembre.

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