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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Coingas: parola alla difesa di Ghinelli. "Va assolto, ha agito sempre in buona fede"

Questa mattina, 21 gennaio, sono stati i difensori del sindaco di Arezzo a prendere la parola per le arringhe finali. Prossima udienza in calendario a febbraio

Sulle nomine di Macrì e Amendola Ghinelli avrebbe sempre agito in buona fede e in merito alle consulenze d’oro, se vi erano avrebbero riguardato al più la congruità delle parcelle dal punto di vista erariale. A sostenerlo sono i difensori del sindaco di Arezzo che, quest’oggi, hanno pronunciato le proprie arringhe davanti al giudice del tribunale aretino. Nuovo capitolo della maxi inchiesta Coingas che, in queste ultime settimane, si è avviata verso la fase conclusiva. Questa mattina in aula, ha parlato il legale del sindaco di Arezzo, Luca Fanfani, e quelli di Pier Ettore Olivetti Rason. La procura ieri ha chiesto per Ghinelli 2 anni e due mesi, di cui otto mesi per favoreggiamento nella vicenda Multiservizi e un anno e sei mesi per abuso d’ufficio.

Consulenze d’oro

In merito alla vicenda delle consulenze d’oro gli avvocati di Ghinelli, accusato di favoreggiamento, hanno concentrato la propria tesi difensiva sul fatto che “se persino il collegio sindacale di Coingas (organo di sorveglianza ndr) nutriva delle perplessità, cosa si pretende di addebitare al sindaco che non sapeva neppure di preciso di cosa si stesse parlando e non aveva la minima idea di quali e quante fossero le consulenze e neppure esattamente verso chi poiché non ha mai ricevuto documentazione da Coingas o da altri relativa alle consulenze?”.

Favoreggiamento reale e corruzione

Riferita al presunto scambio di favori tra Amendola e Bardelli sull’altrettanto presunto ruolo di mediatore assunto dal sindaco, la tesi difensiva sostenuta dai legali di Ghinelli è partita dall’assunto che fra Amendola e Bardelli non vi fossero pattuizioni perché, come emerso, “Bardelli non aveva alcuna influenza verso il sindaco, lui era ed è stato una variabile indifferente nella nomina Amendola che ha tutt’altra origine”. Alla nomina di Amendola alla guida di Multiservizi, come ricostruito dalla difesa, si sarebbe arrivati poiché nomina di carattere politico “maturata e decisa in Forza Italia da Mugnai con l’avallo di D’Ettore (all’epoca parlamentari di FI ndr)”. Riguardo alle registrazioni apparse tra i faldoni dell’inchiesta ed estrapolate dai file custoditi sui dispositivi di Sergio Staderini, ex amministratore unico di Coingas, dove sono state cristallizzate frasi riguardanti la possibilità di un ipotetico scambio di favori tra Amendola e Bardelli pronunciate da Ghinelli, esse sarebbero per la difesa "un mero segno di vicinanza umana ad una persona in forte difficoltà” poiché emergerebbe “palesemente che il Ghinelli non ha mai realmente creduto all’effettiva volontà di Amendola di aiutare il Bardelli. Quella del sindaco non è una condotta diretta a assicurare il prezzo del reato ma un interessamento per capire se Forza Italia, che era in debito con Bardelli (lui gli aveva fatto fare il pieno di voti e loro non lo avevano proposto neppure per un assessorato o altro ruolo) o lo stesso Amendola, vecchio amico del Bardelli che si era offerto di aiutarlo, avesse margine e volontà di intervenire – in modo legittimo - in aiuto del Bardelli”.

Abuso d’ufficio per la nomina di Macrì in Estra

“Nessuno, neppure illustri giuristi chiamati ad esprimersi sul merito della conferibilità della nomina a Macrì hanno mai messo in guardia su eventuali incongruità”. E dunque, tesi della difesa, come avrebbe potuto dubitarne il sindaco? In questo senso la procura ha da sempre sostenuto l’illegittimità della nomina di Macrì alla presidenza di Estra, anche questo conferimento di carattere squisitamente politico, poiché incompatibile con il proprio ruolo di consigliere. Come argomentato sulla liceità della questione erano stati richiesti pareri da parte di studi professionali. “Autorevoli professionisti hanno approfondito il tema e concluso nel senso della conferibilità della nomina. Tutti, quantomeno, in evidente buona fede, e il sindaco? L’unico che non aveva letto e approfondito alcunché, che aveva riposto, necessariamente, affidamento sull’autorevole convincimento altrui, cosa ha fatto per meritarsi l’odierna imputazione di abuso d’ufficio? E che vogliamo dire della nomina del 2017? Dove Macrì viene dalla assemblea dei soci di Coingas proposto all’unanimità (l’assemblea dei soci è composta ta tutti i sindaci della provincia aretina ndr). Se come sostiene la procura la norma sulla inconferibilità era talmente lapalissiana da non potersi prestare a fraintendimenti, come si spiega che tutti i sindaci del territorio nel 2017 hanno proposto Macrì? Lo hanno fatto consapevoli o a costo di violare la legge? Il mondo intero in buona fede, fior di giuristi in buona fede e Ghinelli no?”.

L'appello della difesa

Infine la difesa di Ghinelli si è appellata alla corte raccomandando la massima cautela. “Sull’abuso d’ufficio questo tribunale è chiamato ad una valutazione massimamente prudente, accorta. Una condanna, anche ad un giorno di reclusione pena sospesa e non menzione, comporterebbe effetti che non si riverberano solo sul ruolo istituzionale di cui una persona viene seduta stante privata, quanto, soprattutto, perché è la mortificazione del voto popolare, della volontà del popolo”.

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