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Cronaca

Ciao Gianfranco. L'ultimo addio al direttore di Teletruria, i funerali in cattedrale

Si svolgeranno quest'oggi alle 15,30 i funerali di Gianfranco Duranti, il direttore di Teletruria. Padre fondatore e guida della prima emittente televisiva, simbolo dell'intera città e del suo territorio, si è spento in seguito ad una lunga...

Si svolgeranno quest'oggi alle 15,30 i funerali di Gianfranco Duranti, il direttore di Teletruria.

Padre fondatore e guida della prima emittente televisiva, simbolo dell'intera città e del suo territorio, si è spento in seguito ad una lunga malattia che lo ha strappato dall'affetto dei propri cari e che negli ultimi tempi lo aveva costretto ad allontanarsi persino dal suo grande e viscerale amore: Teletruria. All'interno della cattedrale dei santi Pietro e Donato amici, parenti e la sua grande famiglia di quella stessa tv che quarantaquattro anni fa ha contribuito a creare, si stringeranno al dolore della moglie Elena e del figlio Andrea.

Un ultimo saluto ad un uomo che ha segnato la storia del giornalismo locale e che ha lasciato la propria impronta sul fronte politico, economico e sull'immagine collettiva di una città intera.

Gianfranco Duranti se ne è andato all'età di 74 anni. Ne aveva appena 30 quando nel quel freddo febbraio del 1975, dopo il primo esperimento con Teletruria 2000, decise di essere la voce video degli aretini.

Da allora la sua tv non ha mai smesso di raccontare la città, le vallate e gli aspetti più viscerali di quell'aretinità che da sempre ha contraddistinto la televisione della Chimera. Console onorario della Germania, Duranti è stato tra il 1988 e il 1989 presidente dell'Arezzo e primo rettore della Fraternita dei Laici.

"Ci ha lasciato - scrive Andrea Avato su Amaranto Magazine - un uomo tutto d'un pezzo, dal carattere forte, spigoloso, risoluto e con grandi slanci d'affetto. Ha maneggiato con cura la vita di Arezzo in tutte le sue sfaccettature, l'ha plasmata e modellata per raccontarla dentro i tg, ogni giorno per oltre quarant'anni. Si schermiva se qualcuno gli faceva notare che era diventato un uomo di potere, ma sapeva di esserlo, anche se gli piaceva mostrare di sé l'immagine del giornalista che bada soltanto alla professione. In realtà la sua parola aveva un peso rilevante sulle scelte della politica, dell'economia, della finanza. Ma non gradiva ostentarlo".

Al dolore della famiglia ieri si è unito quello di una città intera. Innumerevoli i messaggi di cordoglio e le manifestazioni di vicinanza che sono state rese pubbliche attraverso note, post ed interventi dove è stato ricordato non solo il professionista ma anche l'uomo.

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