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Cronaca

Caso Reses, chiuse le indagini: 11 accusati di frode con le Rsa

Per otto di loro l'ipotesi di reato formulata dalla Procura di Arezzo è quella di associazione finalizzata ai reati fiscali

Undici lettere di chiusura delle indagini sono state recapitate nei giorni scorsi ad altrettanti indagati per il caso Reses. Per otto di loro l'ipotesi di reato formulata dalla Procura di Arezzo è quella di associazione finalizzata ai reati fiscali: ovvero secondo il procuratore Roberto Rossi, che ha coordinato le indagini, dietro all'attività ci sarebbe stata la volontà di eludere il fisco. 

La vicenda venne a galla nel giugno del 2019, quando la Guardia di Finanza eseguì tre ordini di custodia cautelare nei confronti dei vertici di Reses. Stando a quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, che con le loro indagini sono andati a ritroso fino al 2013, sarebbero oltre 10 le cooperative nel tempo costituite e poi fallite. In tutto sarebbero stati evasi 26 milioni di euro. Secondo gli inquirenti infatti, gli indagati avrebbero "Ideato un collaudato schema che prevedeva, tra l’altro, la partecipazione a “gare” pubbliche per l’affidamento di servizi socio-assistenziali, da parte di un consorzio, riconducibile agli indagati principali, per poi affidare l’esecuzione delle prestazioni a società cooperative “affiliate”, talora rappresentate da prestanomi".

Tra gli otto accusati di reati fiscali ci sono anche l'ex presidente della Provincia Roberto Vasai, Daniele Mazzetti (considerato dalla procura il "dominus"), Letizia Beoni, presidente del consorzio e il contabile Alessandro Corsetti. 

La ricostruzione della procura vuole mettere in luce un meccanismo che sarebbe stato riproposto in varie città d'Italia. Secondo questa ipotesi, Reses avrebbe partecipato a bandi in diverse regioni per la gestione delle residenze sanitarie assistenziali. I lavori venivano poi assegnati a cooperative consorziate (in alcuni casi sostiene la Procura, intestate a prestanomi) le quali ogni volta avrebbero percepito "indebite compensazioni" ma non avrebbero mai pagato i tributi. Fin quando le cooperative stesse venivano messe in liquidazione o fallivano. A quel punto avrebbero costituito nuove società e tutto sarebbe ripartito da capo. 

Adesso dovrà essere fissata l'udienza preliminare, nel frattempo i legali difensori potranno presentare memorie o chiedere altri interrogatori. 

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