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Cronaca

Il coronavirus molla la presa sull'ospedale: negativi i 4 pazienti in Rianimazione. E chiude il reparto Covid 2

Ottime notizie dall'ospedale San Donato di Arezzo, Feri (Terapia Intensiva): "Voglio ringraziare tutte le professionalità per lo sforzo compiuto". Il direttore generale della Asl Antonio D'Urso: "Ora comportamenti responsabili. La storia Covid non ha ancora una data prevedibile in cui scrivere la parola fine"

Il coronavirus sta allentando la presa sull'ospedale di Arezzo. A inizio mese la buona notizia del ritorno di posti letto in Malattie Infettive per pazienti no Covid, adesso giungono due ulteriori novità di rilievo: la chiusura del reparto Covid 2 in Pneumologia, i cui dettagli saranno riferiti domani, martedì 15 giugno, nel corso di una conferenza all'ospedale, e l'annuncio della negativizzazione di tutti i pazienti Covid di Terapia Intensiva.

"Non accadeva dall'inizio della seconda ondata - commenta  il direttore del reparto di rianimazione Marco Feri -. Abbiamo 4 pazienti che adesso sono finalmente  risultati negativi al Covid (ma restano ricoverati per altre patologie, nda). In questa seconda fase abbiamo avuto un totale di 325 pazienti dal 1° ottobre ad oggi, con punta massima di 31 pazienti. Vorrei ringraziare  tutti quelli che hanno contribuito all'assistenza, dagli Oss agli infermieri, dalla farmacia alle tecnologie. Grandissime sono state sia la disponibilità che la professionalità dimostrate. I risultati terapeutici ottenuti hanno consentito una mortalità contenuta. Importante, infine è stata l'attenzione che abbiamo dedicato non solo ai pazienti ma anche alle loro famiglia in una logica di umanizzazione  delle cure".

"Le buone notizie aiutano ad andare avanti su una strada ancora lunga - commenta Antonio D'Urso, direttore generale della Asl Toscana Sud Est -. Il dato odierno conferma che gli sforzi di questi mesi producono davvero risultati importanti. Penso in primo luogo alla campagna vaccinale che sta impegnando l'azienda con tutte le sue energie e al lavoro dei nostri operatori in ospedale sul territorio, senza dimenticare il lavoro dei medici di medicina generale e dei farmacisti. Domani presenteremo la chiusura di una seconda degenza Covid dopo quella di malattie infettive e cioè quella di pneumologia. Il dato odierno di terapia intensiva contribuisce all'ottimismo ma non vuol dire rallentare le precauzioni e i comportamenti responsabili. La storia Covid non ha ancora una data prevedibile nella quale scrivere la parola fine".

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