Altre due udienze prima della pausa estiva per il processo riguardante il caso di Martina Rossi, la studentessa genovese morta a Palma de Majorca nell'agosto del 2011.

A deciderlo è stato il gup del tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli durante l'udienza che questo pomeriggio si è tenuta nelle aule del palazzo di giustizia aretino.

Quest'oggi l'avvocato Buricchi , difensore di uno dei due aretini indagati per tentata violenza e morte in conseguenza di altro reato di Martina Rossi, ha presentato come preannunciato una eccezione riguardante l'inutilizzabilità delle intercettazioni a carico dei due indagati. Il gup ha deciso di respingere la richiesta di Buricchi ed ha di fatto acconsentito all'utilizzo delle intercettazioni affidando l'incarico per la trascrizione.

L'altra eccezione, al momento soltanto anticipata e non ancora presentata, è quella dell'altro avvocato della difesa, Baroni, che durante la prossima udienza chiederà al gup di prendere in considerazione che sulla morte di Martina Rossi c'è già stato un processo in Spagna (dove il fatto è stato archiviato come suicidio) e per tanto, un'ulteriore procedimento in Italia non sarebbe necessario ne ammissibile. Su quest'ultimo punto verrà atteso che il materiale prodotto dai legali difensori venga tradotto in italiano. In caso venisse accettata questa eccezione il processo verrebbe interrotto perché non avrebbe ragione di andare avanti. L'8 giugno invece sarà affidato l'incarico per la traduzione della rogatoria internazionale che riguarda l'interrogatorio della cameriera dell'hotel che ha sempre sostenuto la tesi del suicidio altro elemento sul quale sarà necessario fare chiarezza.

Il 10 luglio invece sarà incentrato sulla trascrizione delle intercettazioni. Dopo questi ultimi passaggi il processo sarà aggiornato all'autunno.

Secondo l'accusa, sostenuta dal procuratore capo della Repubblica di Arezzo, Martina avrebbe cercato di scavalcare il balcone della stanza dei due ragazzi per sfuggire alla violenza. Dall'altra parte invece, stando alla ricostruzione fornita dai due aretini, la ragazza si sarebbe gettata deliberatamente.

Buona parte delle tesi dell'accusa si basano sulle intercettazioni ambientali e telefoniche che i due aretini si scambiarono nel 2012 quando vennero riaperte le indagini a Genova.