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Cronaca

Caso Martina Rossi, Cassazione conferma la condanna per gli aretini. Babbo Bruno: "Giustizia è stata fatta"

La quarta sezione della Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati. I giovani aretini sono stati condannati per tentata violenza sessuale di gruppo a una pena di tre anni

Condanne confermate per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. La Cassazione, dopo una camera di consiglio di circa due ore, si è pronunciata. I due aretini erano stati condannati in Corte d'appello bis a tre anni per tentata violenza sessuale di gruppo in relazione alla morte di Martina Rossi. Oggi la Suprema Corte ha confermato quella decisione, ponendo molto probabilmente fine alla complessa vicenda processuale.

Martina, giovane studentessa genovese, morì il 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza del sesto piano dell'hotel 'Santa Ana' a Palma di Maiorca mentre - stando a quanto sostenuto dall'accusa - cercava di fuggire da un tentativo di stupro che avrebbero messo in atto i due aretini.

I giudici della Quarta sezione penale della Corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dai due imputati. Accolta dunque la tesi del sostituto procuratore genereale della Cassazione Elisabetta Ceniccola che nella sua requisitoria aveva affermato:  "La compresenza di Vanneschi ha determinato il rafforzamento del proposito criminale di Albertoni e ha influito negativamente sulla possibilità di difesa di Martina, che si è sentita in soggezione e impossibilitata a difendersi. Fatto che ha impedito alla ragazza di uscire dalla stanza usando la via più facile, la porta. Per questo Martina ha cercato di fuggire, mettendo a rischio la sua vita, scavalcando la balaustra del terrazzo, ma non si è gettata con intento suicida" ha sottolineato. E ha aggiunto: "Martina quando è morta non aveva i pantaloncini, che non sono stati ritrovati, come anche le ciabatte". E ancora, ci sono "i graffi sul collo di Albertoni, evidenti ed emersi in tutti i diversi gradi del processo" come "i segni sulla vittima, incompatibili con la caduta dal terrazzo precipitazione".

Il commento dei genitori di Martina

Bruno e Franca, i genitori di Martina, erano presenti in aula, come sempre hanno fatto durante questa lunga, lunghissima vicenda processuale.

Il primo a rilasciare dichiarazione ad Adn Kronos è stato proprio il padre: "Non ci deve essere più nessuno che possa permettere di far del male a una donna e passarla liscia - ha commentato -. Ora posso dire a Martina che il suo papà è triste perché lei non c'è più, ma anche soddisfatto perché il nostro paese è riuscito a fare a giustizia".

"E' stata un'udienza lunga, pesante, ho dovuto ascoltare tante parole su mia figlia - ha commentato visibilmente provata la mamma Franca Romualdo - ma finalmente è finita, finalmente siamo arrivati alla verità. Quando ho letto la sentenza di appello bis ho pensato che faceva onore alla verità. Ecco - ha aggiunto- è vero, lo conferma la Cassazione".

"La spagna chieda scusa"

Anche il legale dei genitori di Martina, Luca Fanfani, commenta la sentenza. "Non esiste un'altra verità se non quella per cui Martina Rossi è morta per sfuggire a un tentativo di stupro - ha dichiarato ad Adn Kronos - ed era talmente disperata al punto da scavalcare un balcone al sesto piano".

Poi il legale riferendosi alle prime tappe dell'inchiesta afferma: "Ora la Spagna chieda scusa per come ha archiviato l'indagine e per il fatto che quella stanza d'albergo venne affittata solo qualche ora dopo" ha aggiunto.

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