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Cronaca

Caso Martina, lo psichiatra in aula: "Dopo la maturità era una persona diversa, serena, solida ma ingenua"

"Dopo la maturità Martina era una persona diversa: più stabile, solida, anche se ancora un po' ingenua. Tendo ad escludere che prendesse ancora farmaci". Così Pietro Ciliberti, medico psichiatra primario della struttura complessa Genova 4 che...

"Dopo la maturità Martina era una persona diversa: più stabile, solida, anche se ancora un po' ingenua. Tendo ad escludere che prendesse ancora farmaci". Così Pietro Ciliberti,

medico psichiatra primario della struttura complessa Genova 4 che nella primavera del 2009 curò Martina Rossi ha raccontato l'ultimo incontro con la giovane che perse la vita nel 2011 cadendo da un balcone di un hotel di Palma di Maiorca mentre era in vacanza con le amiche. Per la sua morte sono a processo due giovani aretini, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, accusati di morte in conseguenza di un altro reato. Oggi una nuova udienza del processo. Lo psichiatra è stato chiamato a deporre dalla Procura di Arezzo . "Era il 2010 - ha detto il medico incalzato dalle domande del procuratore Roberto Rossi, di fronte al collegio presieduto dal giudice Angela Avila - e l'incontro fu più un saluto tra due persone che si vedevano dopo tempo piuttosto che una visita medica. La trovai più matura e più organizzata". Ma come approdò Martina nello studio dello psichiatra? Era in quinta liceo classico, frequentava l'"Andrea Doria" una scuola prestigiosa di Genova, dall'ambiente molto severo. L'imminente esame di maturità, la consapevolezza che al termine di quel percorso si sarebbe allontanata dalla famiglia alla quale era molto attaccata e la conclusione di una storia d'amore le avevano creato uno stato d'ansia che indusse i genitori a portarla da una psicologa. Fu quest'ultima a richiedere un consulto con lo psichiatra. "Era una giovane e bella ragazza - ha detto in aula lo specialista - che presentava un disturbo d'ansia con attacchi di panico e disturbi di tipo ossessivo per una precedente esperienza affettiva interrotta. Una separazione che ha presentato difficoltà di elaborazione". Era il febbraio del 2009, da allora le sedute sono state una decina. Lo psichiatra ha affermato di non aver notato in quel periodo segnali che facessero pensare a rischi autolesivi: "Altrimenti avrei indicato un ricovero". Per i suoi disturbi però Martina fu curata con dei farmacia basso dosaggio e utilizzati in alternanza: Xanax, paroxetina e poi per un breve periodo di un neurolettico di terza generazione a basso dosaggio. "Ma a Martina, come a tutti i diciottenni, i farmaci non piacevano, anche se si sforzava di seguire la cura". Dopo la maturità i disturbi pare non si fossero presentati più. L'incontro successivo con Ciliberti infatti fu "come quando due persone si rivedono dopo molto tempo. Trovai una ragazza solida, serena, più organizzata. Aveva sempre dei tratti infantili perché era una persona ancora ingenua, non era una diciottenne smaliziata: credeva nell'altro, si fidava". Il professor Ciliberti era uno dei testi oggi chiamati a deporre dalla Procura. Durante la giornata saranno ascoltate anche due amiche di vecchia data di Martina (che non erano in vacanza con lei) e il medico di medicina genarale della famiglia. Assenti due importanti consulenti: Marco Sartini, l'ingegnere che ha stilato la perizia sulla caduta della giovane, e il tossicologo che in seguito all'analisi dei campioni biologici raccolti prima della sepoltura di Martina ha riscontrato che la giovane quella notte non aveva assunto ne stupefacenti ne alcolici. Saranno presenti alla prossima udienza, accompagnati coattivamente.

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