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Cronaca

Caso Guerrina, un anno fa la condanna di Gratien: "Prego affinché i giudici siano illuminati". E chiede di seguire il processo senza scorta

"Ogni giorno padre Graziano prega affinché il giudizio dei giudici sia illuminato". A un anno dalla sentenza che lo ha condannato ad oltre 27 anni di reclusione per la scomparsa di Guerrina Piscaglia  - la 53enne mamma di Ca'Raffello della quale...

"Ogni giorno padre Graziano prega affinché il giudizio dei giudici sia illuminato". A un anno dalla sentenza che lo ha condannato ad oltre 27 anni di reclusione per la scomparsa di Guerrina Piscaglia - la 53enne mamma di Ca'Raffello della quale si sono perse le tracce il 1 maggio 2014 - padre Gratien Alabi attende nel convento romano dell'ordine dei premostratensi il giorno del processo di Appello. "E' sereno - afferma il suo legale, Riziero Angeletti - e confida nella giustizia. Vorrebbe poter seguire il procedimento così come ha fatto nel processo di primo grado. Ma non sappiamo se potrà muoversi da Roma. A questo proposito attendiamo la risposta ad un'istanza presentata ormai alcuni mesi fa".

Il procedimento prenderà il via a Firenze il prossimo 14 dicembre. Il sacerdote congolese ha richiesto di potersi spostare dal luogo dove sta scontando i domiciliari senza scorta, accompagnato dai suoi legali, disattivando il dispositivo elettronico che ha alla caviglia che ne segue ogni movimento. In occasione del processo di primo grado la richiesta era stata accordata. "Ma se verrà respinta - spiega il legale - padre Graziano non verrà in aula". Le lungaggini pare siano dovute ad un avvicendamento di giudici alla corte d'appello di Firenze. Ma quella sul braccialetto elettronico non è l'unica istanza presentata dai legali del sacerdote: "Abbiamo chiesto che vengano nuovamente ascoltati dei testi che erano stati sentiti in incidente probatorio quando però l'ipotesi di reato non era quella di omicidio. Cambiando il contesto avremmo voluto far domande ad alcuni testi per noi importanti, ma in primo grado non ci è stato concesso". Chi sono questi testi? Innanzitutto padre Ilary, il religioso che ricevette per errore il messaggio partito dal telefono di Guerrina. Non un messaggio qualsiasi, ma quello che più di ogni altro indizio mette nei guai padre Graziano: solo lui infatti conosceva padre Ilary e solo lui, secondo l'accusa, aveva il suo numero di telefono. Poi le prostitute che Alabi aveva frequentato a Perugia e anche il pizzaiolo di Badia Tedalda. "Persone facilmente rintracciabili - sottolinea Angeletti - e quindi potrebbero essere facilmente risentiti". Intanto a Ca' Raffaello la canonica è deserta: il parroco che adesso guida la piccola comunità, segue anche altre parrocchie e non vive nel paesino. Un ciuffo di case dove tutti si conoscono, e dove oggi tutti ricordano che non è solo l'anniversario di una condanna, ma anche il giorno in cui, se Guerrina non fosse scomparsa, avrebbe spento 53 candeline insieme ai suoi cari.
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