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Cronaca

Processo Coingas, Ghinelli parla in aula: "Le consulenze? Per me spia di gestione poco oculata"

Oggi il sindaco di Arezzo e l'ex presidente di Coingas hanno fatto le loro dichiarazioni spontanee di fronte alla corte. Ecco le loro verità

Il sindaco Alessandro Ghinelli, l'ex presidente di Estra Francesco Macrì, l'avvocato Stefano Pasquini: sono i tre imputati eccellenti del caso Coingas che oggi, salvo imprevisti dell'ultima ora, faranno delle deposizioni spontanee di fronte alla corte. 

Aggiornamenti

Ore 11

Anche Stefano Pasquini, avvocato del Comune di Arezzo e imputato nel procedimento, ha deciso di fare dichiarazioni spontanee: "La telefonata sugli asini che volano? Era espressione del mio malessere di fronte a cifre [quelle chieste dallo studio Rason ndr] che io non avevo mai percepito in quella misura. Ed ero arrabbiatao perché non arrivavano le relazioni che mi servivano per fare una valutazione della congruità. Il senso della telefonata era: “se non mi arrivano le relazioni di Rason io scriverò che gli asini volano”".

Ore 10,17

E' la volta di Francesco Macrì. "Il lavoro non era semplice, il comune poteva solo proporre il nominativo. Io avevo espresso dubbi sulla Severino: è una società di diritto pubblico di secondo livello, una holding. Mi dissero "studiaci anche te". E così mi sentii in dovere anche io di fare approfondimenti". Così avrebbe cercato e incaricato l'avvocato Rostagno. "La contattai addirittura celando il mio interesse diretto: mi preoccupavo di non influenzare minimamente questo avvocato. Gli parlai di un tale Mario Rossi consigliere comunale e gli inoltrai gli statuti di Estra e Coingas. Poi le chiesi di anticiparmi la valutazione: se fosse stata negativa mi sarei fermato. Invece era positiva e così la inoltrai al Comune di Arezzo". 

Macrì spiega di aver dato il parere di Rostagno chiedendo di aver chiesto di portarlo a Prato: "Ma non lo misero nemmeno agli atti, avevano un loro parere". 

Poi si sofferma sul profilo di giuridico di Estra: "Ho avuto modo di toccare con mano il profilo dell'azienda. Si tratta di una holding semioperativa. Ha una galassia di aziende ed è passata dalla 12esima alla quinta posizione a livello nazionale. E' cresciuta enormemente in tutto il territorio nazionale, vendendo gas e luce. Come sarebbe stato possibile muoversi in questa dinamica di mercato come una società di diritto pubblico".

E poi prosegue: "Possibile che soggetti di estrazioni politiche diverse, abbiano messo a rischio con la mia nomina una società così importante: è possibile che ci sia stato un accordo così esteso sulla mia nomina?"

Ore 10

Iniziano le dichiarazioni spontanee del sindaco Alessandro Ghinelli

"Sono tre i reati che mi vedono coinvolto" ha detto, ed ha iniziato le sue dichiarazioni parlando delle consulenze d'oro. "L’importo alto era per me solo la spia di un’amministrazione poco oculata - ha detto Ghinelli - Ho intuito dalle parole di Pasquini che se si fosse incaricato un esperto di diritto legale locale si sarebbe speso meno sicuramente.
Mi rendo conto che certe espressioni, è stato un modo per tagliar corto: ci sono molte cose alle quale devo far fronte. Al tempo una sola cosa avevo capito: il mio ruolo era quello di non esporre il comune e i miei cittadini al danno di un mancato utile derivante dalla mancata approvazione del bilancio". 

Sul caso Multiservizi: "Mi sono interessato alla situazione di Bardelli come gesto di umana vicinanza nei confronti di una persona buona e per bene che si è rivolta a me in lacrime. Ma non ho mai collegato seriamente la nomina dell'Amendola all’aiuto che poteva dare al Bardelli. Amendola era blindato dentro a Forza Italia, la sua nomina era decisa da D’Ettore e Mugnai".

E infine sull'accusa di abuso d'ufficio ha affermato: "Francamente non comprendo come sia qui come imputato. Sono sicuro che tutti abbiano agito nella più totale correttezza. Vorrei ricordare che gli altri sindaci hanno votato in massa nel 2017 la nomina di Macrì: forse tutti gli altri miei colleghi non erano tenutui a conoscere la legge come me? Capisco come il tema sia complesso. Quello che so per cento è di aver agito sempre in totale trasparenza e nella convinzione che la nomina che si era andati a fare er a pienamente conferibile".

Ore 9,25

La nomina di Amendola al vertice di Multiservizi è al centro del dibattimento. Secondo Tanti il nome sarebbe stato promosso dal coordinatore di Forza Italia Stefano Mugnai. "Ogni partito che componeva la maggioranza aveva uno spazio nell'ambito delle partecipate: Forza Italia aveva tre nomi da esprimere: Bernardo Mennini, Francesca Lucherini e Luca Amendola. Con Bardelli non ho parlato delle vicende di Multiservizi, ma solo delle sue legittime aspirazioni. Per quanto riguada Amendola, era sostenuto da Forza Italia e non aveva bisogno del sostegno di Bardelli, il quale di fatto non aveva peso all'interno del partito"

Ore 9

Prende il via l'udienza. La prima ad essere ascoltata sarà Lucia Tanti, testimone chiamata a deporre dalla difesa di Alessandro Ghinelli. La vice sindaca risponde alle domande poste dall'avvocato Luca Fanfani.

La presentazione dell'udienza

Si tratta di una delle udienze più attese, nella quale saranno gli stessi imputati a raccontare la loro verità. Il sindaco Alessandro Ghinelli (assistito dai legali Luca Fanfani e Piero Melani Graverini) è accusato di favoreggiamento in peculato (per le consulenze d'oro a Cocci e Rason), favoreggiamento in traffico d'influenze (per l'affaire Multiservizi) e concorso in abuso d'ufficio (per la nomina di Macrì a presidente di Estra. Tre capi d'imputazione per tre diversi aspetti di una vicenda dai vari risvolti di fatto riuniti in un unico procedimento. 

Francesco Macrì (assistito dall'avvocato Antonio Viciconte) invece avrà l'occasione di raccontare la propria verità in merito all'accusa di concorso in peculato, relativa alle consulenze: secondo la tesi della procura era lui la liason tra Staderini e lo studio di Pier Ettore Olivetti Rason. Un'accusa questa che inizialmente non era presentta, ma fu aggiunta durante l'udienza preliminare con una integrazione del capo di imputazione.

A prendere la parola, con molta probabilità anche l'avvocato Stefano Pasquini, il quale potrebbe porre l'accento sulle motivazioni che lo portarono alla sua valutazione sulla congruità delle notule da migliaia di euro, al centro del procedimento. 

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