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Cronaca

La nomina di Macrì, l'affaire Multiservizi e le consulenze d'oro: ecco i motivi per i quali Staderini è stato condannato

La nomina del presidente di Estra è considerata una "grave violazione della legge" dal gup. Così come l'accordo per le consulenze e l'interesse per l'accordo per la presidenza di Multiservizi

Settantadue pagine: sono quelle scritte dal giudice per l'udienza preliminare Claudio Lara per motivare la sentenza di condanna di Sergio Staderini. La prima per l'intricato affaire Coingas. Pagina dopo pagina vengono sviscerati tutti gli aspetti di questa vicenda che nell'estate 2019 ha scosso Arezzo e che oggi vede a processo (la prima udienza si terrà il prossimo 2 novembre) tra gli altri anche il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, il presidente di Estra Francesco Macrì, l'attuale presidente Coingas Franco Scortecci. 

Staderini, assistito dall'avvocato Francesco Molino, aveva scelto la strada del rito abbreviato e la sentenza è stata pronunciata lo scorso 6 luglio: condanna a due anni di reclusione. Ma come è arrivato a questa decisione il giudice? Tre i filoni dell'inchiesta: la nomina di Macrì, le consulenze d'oro e il caso Multiservizi. Il giudice ha dato una risposta per ogni filone.

La nomina di Macrì

Secondo il gup Lara, la nomina di Macrì a presidente di Estra fu una "evidente e grave violazione della legge" e fu fatta perché “Macrì doveva essere comunque nominato”. Era una questione di spartizioni politiche, che stava mettendo "in forte imbarazzo Ghinelli", si legge, il quale avanzò il nome di Macrì per la presidenza della partecipata. In realtà però la Legge Severino rendeva quella nomina "incoferibile" in quanto, scrive Lara, “Chi è membro di un consiglio comunale non può assumere l’incarico di amministratore in ente privato soggetto a controllo pubblico.... La formulazione non lascia margini di interpretazione”. Ma quale era il ruolo di Staderini? Per il gup si impegnò a far sì che la nomina andasse in porto, seguendo le "precise indicazioni" di Macrì su come ottenere un parere favorevole di un autorevole studio legale da presentare ai comuni soci per far passare il nome dell'esponente di Fratelli d'Italia. Staderini quindi "attraverso questa indicazione ha procurato allo stesso Macrì un ingiusto vantaggio patrimoniale dal momento che la nomina.... comportava l'erogazione di un compenso di 120mila euro l'anno". Avrebbe dunque preso forma in questo modo il reato di abuso d'ufficio.

Consulenze d'oro

Sulle consulenze d'oro, maturate durante la presidenza di Staderini a Coingas, il gup condivide la ricostruzione della procura, secondo la quale furono pagati incarichi, ritenuti inutili e onerosi, per un valore di oltre 400 mila euro a professionisti dello studio  Olivetti Rason di Firenze  e il commercialista aretino Cocci. Consulenze che sono valse l'accusa di peculato in quanto, scrive Lara: "Dalla mera lettura dei contratti di consulenza affidati all'avvocato Olivetti Rason sono emerse molteplici incongruenze che hanno riscontrato le dichiarazioni di Staderini sulla circostanza che fosse proprio detto professionista a stabilire l'oggetto del mandato e redigere il relativo incarico".

Affaire Multiservizi

Alcune pagine sono poi dedicate all'affaire Multiservizi, che è costato l'accusa di abuso d'ufficio. Alla base della vicenda ci sarebbe una promessa fatta da Luca Amendola al consigliere Roberto Bardelli - che era in difficoltà economiche - di un aiuto economico in cambio di un appoccio alla sua nomina a presidente di Multiservizi. Anche in questo caso Staderini, in virtù dei legami con il sindaco, si sarebbe occupato di capire se i patti furono rispettati. 

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