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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Bibbiena / Via Umbro Casentinese

Casa funeraria in un condominio: è protesta. Il Comune: "Non possiamo vietarla"

Sono state raccolte oltre 400 firme di altrettanti residenti della zona che hanno manifestato la loro contrarietà all'apertura della casa funeraria

“Potreste accettare di vivere perennemente in lutto?”. La domanda è quella che gli inquilini di un condominio di via Umbro casentinese, Bibbiena, rivolgono dopo aver appreso che al piano terra della propria palazzina sorgerà una casa funeraria. Un’eventualità giudicata dai più quanto meno disturbante e che non ha tardato a sollevare proteste. “Il problema - specificano i residenti della zona - non è la struttura. Ma è chiaro che camere del commiato come quella che vorrebbero allestire qui, dovrebbero sorgere in luoghi differenti e non al piano terra di un condominio in cui vivono famiglie e bambini. Questo nel rispetto sia di chi vive il lutto che dei residenti”. Tra le voci contrarie anche quelle di alcuni commercianti che, eventualmente, si troverebbero a dividere il marciapiede con la struttura la cui ubicazione è stata giudicata inopportuna quanto emotivamente impattante. 

Condizioni che hanno spinto il quartiere a mobilitarsi e dare il via alla raccolta firme con la quale tentare di fermare l’operazione e trovare un’altra sistemazione all’impresa. In meno di una settimana sono state raccolte oltre 400 adesioni alla causa. La questione è stata poi sottoposta all’attenzione del consiglio comunale grazie alla mozione della consigliera Anna Lisa Tafi, esponente dell’opposizione nonché avvocato incaricato dai residenti di seguire l’iter della vicenda. L'intera assise bibbienese (soltanto la consigliera Tafi si è astenuta per opportunità) ha votato a sostegno delle motivazioni dei cittadini ma, a quanto pare, nonostante tale indirizzo la casa funeraria, almeno per il momento, aprirà lì ugualmente.

“Si tratta di un'iniziativa interamente privata - spiega il sindaco Filippo Vagnoli, intervenuto sulla vicenda con una nota stampa - Condividiamo le perplessità dei cittadini e abbiamo manifestato. Purtroppo però le leggi nazionali attuali sulla materia non prevedono limitazioni ai luoghi dove può essere aperta questa attività, perciò il Comune non ha possibilità tecnicamente di vietarne l’apertura. Nonostante ciò, abbiamo fatto molti incontri con i residenti coinvolti e anche con l'imprenditore per esprimere il nostro dissenso e cercare di fargli cambiare luogo. Vigileremo affinché non si creino disagi e affinché tutto sia fatto in regola”.

Pronta la replica della consigliera Tafi. "Insieme alla mia collega, avvocato Sara Gaietti, abbiamo più volte sottoposto all'attenzione dell'amministrazione le nostre perplessità - specifica - nelle carte a sostegno della mozione presentata sono state indicate con dovizia di particolari degli errori banali che sono stati commessi nella stesura dei documenti con i quali viene dato l'ok all'apertura di questa nuova attività. Siamo tutti d'accordo che si tratta di un'iniziativa privata ma, allo stesso tempo, il richiedente e titolare di questi permessi deve attenersi a delle specifiche condizioni. Da agosto sono iniziati i lavori di adeguamento dell'immobile e da novembre assistiamo i condomini in questo percorso. Nonostante il nostro impegno non ho ricevuto risposte soddisfacenti. Lo scorso giovedì ho inviato un'altra pec al Comune dove richiedo, in virtù delle firme raccolte e delle considerazioni riguardanti la documentazione prodotta, di adoperarsi per sospendere i lavori di ristrutturazione. Il prossimo step, dopo questo, sarebbe ricorrere al Tar".

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