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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Caridi alla Digos: "Scaricato da Ghinelli all'improvviso. Forse c'entra Coingas". E il glaciale scambio whatsapp col sindaco

Le parole dell'ex segretario comunale nell'informativa alla Procura di Arezzo: "Ero finito nel mirino di Fratelli d'Italia per i miei rilievi fatti su Macrì in Estra, c'era chi voleva la mia rimozione. Il sindaco mi aveva confermato, poi ha cambiato idea"

Una scelta che non si spiega, Franco Caridi, se non ventilando l'ipotesi di un collegamento con il caso Coingas. L'ormai ex segretario generale del Comune di Arezzo ha parlato di fronte agli inquirenti della Digos, raccontando la sua verità a proposito dell'improvvisa, quanto inaspettata, scelta da parte del sindaco Alessandro Ghinelli di rimuoverlo dall'incarico che portava avanti dal 2017. La testimonianza spontanea, di cui emergono i contenuti, risale al 14 dicembre scorso, subito dopo dopo l'interruzione del rapporto con l'amministrazione aretina.

Il caso Caridi è diventato politico

La notizia del siluramento è deflagrata pochi giorni fa, creando un caso politico che di certo salterà fuori anche domani, 28 gennaio, in Consiglio Comunale. La scelta del segretario generale, ruolo chiave di un'amministrazione pubblica, è prerogativa del sindaco e Ghinelli aveva scelto, per la prima parte del suo primo mandato, Diego Foderini, poi sostituito in corsa proprio con Franco Caridi. Il segretario, per legge, va nominato non prima di 60 e non oltre i 120 dalla data di insediamento. La scadenza dei 120 giorni era fissata al prossimo 4 febbraio. Se non ci fosse stata la rimozione, Caridi sarebbe stato rinnovato in automatico. Invece è stato mandato via, a sorpresa.

Le parole: "Era stata chiesta la mia rimozione"

Già perché lo stesso segretario era stato informalmente confermato dopo la vittoria delle ultime elezioni, ad ottobre, nonostante - stando a quanto spiegato da Caridi alla Digos - le lamentele di Fratelli d'Italia, nella persona dell'assessore Giovanna Carlettini, che aveva chiesto la sua rimozione. Il motivo? L'ex segretario comunale riferisce esplicitamente che "Giovanna Carlettini aveva chiesto la mia rimozione in conseguenza delle mie dichiarazioni sulla incompatibilità di Francesco Macrì ad essere nominato presidente di Estra". Come noto, la nomina di Macrì in Estra rappresenta una delle questioni-chiave dell'inchiesta sulle partecipate del Comune di Arezzo scaturita dal caso Coingas, perché, secondo l'accusa, il leader aretino di FdI sarebbe stato incompatibile con la presidenza di una partecipata come Estra in quanto, all'epoca della nomina nel 2016, era consigliere comunale di Arezzo. Sulla circostanza dell'incompatibilità si era espresso, nei medesimi termini, anche il precedente segretario comunale di Arezzo Foderini, titolare dell'incarico nel 2016.

"Messo in discussione per aver testimoniato, ero deluso"

Caridi, per sostanziare l'amara sorpresa con cui accoglie la notizia dell'interruzione dell'incarico al Comune di Arezzo, racconta dell'incontro col sindaco avvenuto subito dopo le elezioni, alla presenza anche di Alberto Merelli, confermato poi come assessore al Bilancio. Il sindaco avrebbe raccontato a Caridi della richiesta di Giovanna Carlettini per le dichiarazioni rese su Macrì in Estra "rese a suo tempo - dice Caridi - in quest’ufficio (alla Digos, nda) e divenute di conoscenza del predetto Macrì. In quella occasione dissi al sindaco di fare pure le sue scelte. Il sindaco mi disse che se mi aveva chiamato lì, era per proseguire il rapporto. Al di là della fiducia del sindaco, ero comunque rimasto male che fosse stato messo in discussione il mio lavoro solo per aver testimoniato". E per avvalorare il fatto che ci fosse ormai un pregiudizio di Fratelli d'Italia nei suoi confronti, Caridi racconta anche di un episodio romano. Caridi aveva anche un incarico nella Capitale come presidente del Collegio dei Revisori di Ipa (Istituto previdenziale dei dipendenti di Roma Capitale e di Ama SpA). In quanto tale, dette un parere e durante la discussione in consiglio comunale un esponente capitolino di Fratelli d'Italia imbastì secondo Caridi "una dura polemica nei miei confronti per quel parere dato". E argomenta Caridi: "Il contesto dell'attacco, dato il fatto che io a Roma sono praticamente sconosciuto e la poca rilevanza dell'episodio mi ha fatto pensare a una pressione fatta da quel partito (FdI, nda) per la mia posizione presa sull'incompatibilità del Macrì nel Comune di Arezzo".

Caridi si guarda intorno

Avuto il sentore di non godere più della fiducia di un pezzo importante della nuova maggioranza, Caridi decide di guardarsi intorno. "Avevo inviato alcune domande per ricoprire il ruolo di segretario generale a alcuni capoluoghi di Provincia, tra i quali Ascoli Piceno il cui presidente, dopo un colloquio, aveva dato disponibilità ad assumermi, e al Comune di Mantova, il cui capo di gabinetto mi aveva chiamato per un colloquio urgente". Tuttavia Caridi alla fine decide di rimanere ad Arezzo. Anche in considerazione del fatto che, spiega, "dopo il colloquio citato con il sindaco, quest’ultimo mi aveva confermato in una serie di incarichi e fatto anche pubblicamente i complimenti in relazione ad alcune controversie sindacali che ero riuscito a risolvere". Perciò, conclude "avevo acquisito la convinzione che sarei stato confermato (...), avevo desistito dal cercare altri incarichi".

"Una grave scorrettezza la lettera del sindaco"

Ci sono vari incarichi, spiega Caridi, che la nuova ammistrazione gli attribuisce: pianificazione strategica, integrazione dei processi trasversali di supporto, ciclo della performance e la dirigenza ad interim del servizio finanziario e tributi, riorganizzazione della struttura organizzativa del Comune. "Recentemente inoltre (la Giunta, nda) mi ha nominato formalmente, con delibera di Giunta, presidente e organo monocratico della Delegazione trattante per la parte pubblica: è evidente che si trattava di incarico da espletare nel 2021", insomma non c'erano motivi per attendersi la Pec del 14 dicembre, quella con la quale Caridi viene avvisato che l’ente aveva avviato le procedure per nominare un nuovo segretario generale. "E’ per questi motivi che la lettera pervenuta a firma del sindaco è da considerarsi una grave scorrettezza - dice Caridi alla Digos lo stesso 14 dicembre - anche perché non mi è stata in alcun modo anticipata. Anzi, l’atteggiamento del sindaco nei miei confronti, fino a pochi giorni fa, era di segno opposto".

L'ipotesi udienza preliminare

Viste queste premesse, perché allora Caridi è stato silurato? Nell'informativa della Digos al procuratore generale Roberto Rossi si riferisce che, nei giorni precedenti alla pec del sindaco che comunicava a Caridi il mancato rinnovo, proprio la Digos aveva notificato a Caridi il decreto di fissazione dell’udienza preliminare per l’indagine Coingas in relazione al suo incarico nell’ambito del Comune di Arezzo "che risulta parte offesa nel procedimento". "In proposito - dice Caridi - ho trasmesso il decreto al vice sindaco (Lucia Tanti, nda) e all’ufficio legale del Comune". E a questo punto l'ex segretario lascia trapelare i suoi dubbi. "Non so se la mia sostituzione possa essere dipesa da tale circostanza".

La chiamata senza riposta e i messaggi di ghiaccio

Dopo la ricezione della pec, Caridi, delusissimo, eviterà di parlare con il primo cittadino, rifiutandogli una telefonata. C'è solo un algido scambio di messaggi whatsapp: "Segretario, buongiorno, la chiamo intorno alle 11", scrive Ghinelli. "Credo di non avere nulla da dirle", risponde Caridi. Ghinelli insiste: "Io a lei sì". Caridi risponde di aver già visto la pec ringrazia sarcastico "per la scorrettezza". "Me lo poteva dire prima, ho rinunciato a due nomine. Ma non è un problema. Reputo il suo un atto grave", digita Caridi. Ghinelli la chiude così: "Lei non vuol parlare con me. Peccato, la avrei informata di come è maturata nella giornata di ieri la decisone, presa da tutta la Giunta, di avviare di tutta fretta la procedura a cui fa riferimento, e che forse potrebbe aiutarla a capire meglio. L'unica cosa che può rimproverarmi è quella di non averla contattata telefonicamente prima di firmare il provvedimento. Ma era tardi e, data la natura del nostro colloquio, ho pensato di farlo stamani. Buona fortuna". Chissà che i motivi della decisione maturata per sollevare Caridi "in tutta fretta" dall'incarico non emergano domani, in Consiglio comunale.

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