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Bando truccato e guadagni illeciti. Il meccanismo di corruzione nell'Ato rifiuti

Corruzione e turbativa d'asta sono i reati ipotizzati a carico di Andrea Corti dalla procura di Firenze che ha condotto insieme alla guardia di finanza le indagini relative al bando di gara emesso dall'Ato rifiuti Toscana Sud, di cui Corti è...

Corruzione e turbativa d'asta sono i reati ipotizzati a carico di Andrea Corti dalla procura di Firenze che ha condotto insieme alla guardia di finanza le indagini relative al bando di gara emesso dall'Ato rifiuti Toscana Sud, di cui Corti è direttore generale, per la gestione ventennale del servizio. Per Andrea Corti sono scattati gli arresti domiciliari quando nella sua residenza fiorentina si è presentata la Guardia di Finanza per eseguire l'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Firenze Matteo Zanobini che ha firmato le misure cautelari su richiesta del procuratore capo Giuseppe Creazzo per i reati di corruzione e turbativa d'asta. Nell'operazione che ha preso il nome di Clean City, oltre a Corti sono coinvolte altre 3 persone, tra questi spicca il nome di Eros Organni, amministratore delegato di Sei Toscana, poi l'avvocato estensore del bando Valerio Menaldi e infine Marco Buzzichelli, consigliere di Sei Toscana e amministratore delegato di Siena Ambiente.

I provvedimenti adottati scaturiscono da una lunga attività d’indagine, iniziata nel 2014 dai militari del nucleo di polizia tributaria di Firenze e coordinata dal procuratore aggiunto Rodrigo Merlo e dal sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio, mirata a verificare la correttezza delle procedure per l’aggiudicazione della gara d’appalto relativa all’assegnazione del servizio per la gestione integrata dei rifiuti urbani nelle Province di Arezzo, Siena e Grosseto a favore di un Raggruppamento Temporaneo d’Impresa che prese il nome prima di Progetto Sei e poi Sei Toscana per l’importo di oltre 170 milioni di euro all’anno ed avente una durata ventennale, con un costo totale di quasi 3,5 miliardi di euro.

"Più nel dettaglio - hanno spiegato gli inquirenti - sulla base di un approfondito esame degli atti di gara nonché di copiosa documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso delle indagini dalle Fiamme Gialle è emerso che i soggetti indagati avevano concordato preliminarmente, nonostante rivestissero ruoli distinti ed incompatibili, le modalità di dettaglio della procedura, addirittura le domande da rivolgere ai potenziali concorrenti, nonché la stessa materiale redazione di alcuni documenti, strutturando di fatto “su misura” il bando di gara così da favorire la società appaltante, (R.T.I.). Tra l’altro, con la chiara finalità di scoraggiare eventuali ulteriori concorrenti alla partecipazione della gara per la gestione dei rifiuti urbani, gli indagati avevano inserito nel bando stesso talune clausole che risultavano particolarmente vessatorie per ogni altra impresa che avesse voluto partecipare alla gara. I guadagni illeciti emersi all’esito delle indagini di cui ha beneficiato il Direttore Generale dell’Ato Toscana Sus sono stati quantificati in totale in oltre € 380.000, “compenso” che era stato giustificato contabilmente dagli imprenditori che si erano aggiudicati l’appalto facendoli figurare quali costi sostenuti (fittiziamente) per incarichi di prestazione d’opera professionale o per collaborazione e/o consulenza."

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