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Cronaca

Dalle ispezioni del 2010 al commissariamento dell'Etruria. In aula gli ispettori di Banca d'italia nel processo per bancarotta

Nuova udienza al tribunale per il processo per la bancarotta della Popolare di Arezzo, in aula chiamati gli ispettori di Banca d'Italia per inquadrare il periodo precedente al commissariamento e al crac

Udienza tecnica, ma importante per capire come agirono e cosa individuarono nei vari sopralluoghi, gli ispettori di Banca D'Italia all'interno della Popolare di Arezzo. Questa mattina alla Vela si è tenuta un'altra udienza del processo per bancarotta dove sono imputati 25 tra gli ex vertici dell'Etruria. 

Il primo teste a parlare è stato l'ispettore della Banca d'Italia Vincenzo Cantarella, colui che effettuò i dovuti controlli nel 2010, dai quali scaturì una relazione non positiva, ma che metteva in evidenza come il piano industriale e il "colpo di stato" interno con il siluramento del vecchio management capitanato da Elio Faralli, potevano essere considerati segnali di miglioramento.

"Banca Etruria è sempre stato un istituto sul filo del rasoio" ha detto Cantarella in aula segnando alcune tappe precedenti al 2010, come la forte esposizione per la vicenda Rigotti.

Il secondo teste a parlare è stato Emanuele Gatti ispettore inviato da Banca d'Italia dal 2012 al 2013 quando pose l'attenzione sulla qualità dei crediti deteriorati che portò alla lettera di Ignazio visco, il governatore che impose a Banca Etruria di aggregarsi con un altro istituto di elevato standing.

Gatti vide poi la situazione aggravarsi fino alle maggior difficoltà che portarono al commissariamento, al crac definitivo.

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