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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Crac Banca Etruria, il maxi affido a Villa San Carlo Borromeo e quel prestito più piccolo negato qualche mese prima

Va avanti il processo per bancarotta che vede sul banco degli imputati numerosi ex membri del cda dell'istituto di credito

Anche la neve si mette di traverso nel processo per il crac di Banca Etruria. L'udienza di questa mattina si è conclusa in anticipo vista l'assenza - giustificata - del curatore di Villa San Carlo Borromeo, la società del gruppo di Armando Verdiglione alla quale furono accordati due fidi per un totale di 30 milioni di euro, mai rientrate.

Era lui il testimone più atteso di questa udienza del procedimento, ma a causa della "neve in Brianza", ha annunciato di non potersi presentare. La pubblica accusa puntava a chiarire, attraverso la sua audizione, la situazione della società e come erano stati affidati i milioni di euro. Anche perché proprio con la società di Verdiglione c'è stato un episodio che potrebbe avere un peso a livello processuale: circa un anno prima dall'affido milionario, fu chiesto un primo fido, di circa 200mila euro. Ma la banca in quel caso rifiutò: in aula, l'ex dirigente che disse di no al prestito, ha spiegato di aver valutato all'epoca la posizione di Verdiglione poco chiara. E ha fatto riferimento anche ad una puntata della trasmissione Striscia la notizia, che aveva parlato dell'imprenditore in termini poco lusinghieri. Perché dunque pochi mesi dopo fu accolta la richiesta di un affidamento da 21 milioni? E' questa una domanda alla quale la procura sta cercando la risposta. E forse saranno le parole del curatore (che dovrà essere sentito il prossimo 9 gennaio) a darla. 

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