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Cronaca

Banca Etruria, lettera con proiettile per il babbo del ministro Boschi, Rosi e Fornasari

Una lettera minatoria contenente un proiettile è stata intercettata prima di essere recapitata ai destinatari: Pier Luigi Boschi, Lorenzo Rosi e Giuseppe Fornasari, ex vertici di Banca Etruria. Il primo, padre del ministro Maria Elena, è stato...

Una lettera minatoria contenente un proiettile è stata intercettata prima di essere recapitata ai destinatari: Pier Luigi Boschi, Lorenzo Rosi e Giuseppe Fornasari, ex vertici di Banca Etruria. Il primo, padre del ministro Maria Elena, è stato vice presidente nell'ultimo Cda; gli altri sono stati entrambi presidenti, rispettivamente nell'ultimo e nel penultimo consiglio di amministrazione, prima del commissariamento dell'istituto di credito aretino.

banca-etruria-fornasariLa lettera non era indirizzata alle private residenze dei tre destinatari (Boschi è di Laterina, Rosi di San Giovanni Valdarno, Fornasari di Arezzo) ma alla sede centrale di Banca Etruria, in via Calamandrei, ad Arezzo. Una missiva contenente esclusivamente il proiettile, forse un 7,65 Parabellum. Nessuna spiegazione, nessuna parola vergata su carta rivolta ai tre ex vertici dell'istituto. Soltanto la pallottola.

Foto: in copertina, da sinistra Lorenzo Rosi e Pier Luigi Boschi. A destra Giuseppe Fornasari

Clima di tensione

Un messaggio comunque eloquente e molto inquietante. Che si inserisce in un contesto già esasperato: quello che circonda oggi Banca Etruria. Le inchieste sui passati Consigli di amministrazione (Rosi e Fornasari risultano indagati, Boschi no), i blitz della Guardia di Finanza, le proteste dei risparmiatori che – dallo scorso 22 novembre, giorno dell'approvazione del cosiddetto decreto salva banche – si sono visti azzerare il valore di azioni e obbligazioni subordinate dell'istituto, le polemiche politiche acuite dal legame di parentela tra Pier Luigi Boschi e la figlia, che è ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento. Appena una decina di giorni fa, a Perugia, i carabinieri avevano disinnescato un pacco bomba pieno di chiodi lasciato davanti a una filiale dell'Etruria. Poteva saltare in aria.

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La busta imbucata a dicembre

La pallottola è stata spedita circa un mese fa, ma soltanto oggi se ne ha notizia. Una vicenda delicata, su cui vige il più stretto riserbo. Pare che la missiva minatoria sia finita, intorno a metà dicembre, al centro smistamento di Poste Italiane di viale Michelangelo, ad Arezzo. Qui, un dipendente zelante, avrebbe riscontrato l'anomalia della lettera: soppesandola tra le mani, avrebbe intuito il possibile contenuto e avrebbe chiamato la polizia. Tuttavia, sia dalle forze dell'ordine che indagano sull'accaduto che dalla Procura di Arezzo non emergono dettagli.

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Caccia alle impronte digitali

765-parabellum-proiettile-boschi-wikipediaLe indagini sono state affidate alla Polposta, il proiettile inviato alla Scientifica per valutare l'eventuale presenza di impronte digitali impresse sulla superficie del proiettile. Ma risulta assai difficile risalire al luogo in cui la busta sia stata imbucata, non ci sono timbri di partenza. D'altronde, la posta ordinaria di tutta la provincia aretina viene raccolta a Firenze, solo successivamente viene inviata ad Arezzo. Potenzialmente, la lettera potrebbe essere stata anche spedita da Firenze.

@MattiaCialini

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