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Cronaca

Banca Etruria, ostacolo alla vigilanza: ribaltone in Appello. Condannati Fornasari e Bronchi

Assolto di nuovo il terzo imputato, David Canestri, l'ex responsabile del Risk Management di Banca Etruria.

Due condanne e una assoluzione nel processo per ostacolo alla vigilanza relativo al crac di Banca Etruria. La Corte d'appello di Firenze ha pronunciato il suo verdetto. Giuseppe Fornasari, presidente di Banca Etruria, e Luca Bronchi, ex direttore generale dell'istituto di credito aretino, sono stati condannati a un anno e un mese, con pena sospesa. I due dovranno inoltre risarcire Banca d'Italia per un totale di 327mila euro.  E' stato invece assolto, invece, il terzo imputato, David Canestri, l'ex responsabile del Risk Management di Banca Etruria.

Una pena inferiore a quanto richiesto dal procuratore generale Domenico Manzione, che al termine della sua requisitoria chiese 2 anni e 4 mesi per Fornasari e un anno e 8 mesi per Bronchi. Da subito invece era stato sollecitato il proscioglimento di Canestri.

La vicenda

L'accusa mossa nei confronti degli ex manager era quella di aver prodotto una rappresentazione "falsata" di quelle che erano le condizioni patrimoniali della banca, successivamente commissariata e poi dichiarata insolvente. Il filone sull'ostacolo alla vigilanza ha preso avvia in seguito ad un'ispezione di fine 2013 da parte di Banca d'Italia. In quel periodo furono presi in rassegna i conti dell'istituto di credito aretino  sulla base del bilancio del 2012 e vennero a galla alcune anomalie.Così la procura aprì la prima inchiesta e durante il processo di primo grado emerse che gli amministratori della ex Popolare avevano sottovalutato le sofferenze e che la cessione dell’immobiliare Palazzo della Fonte non fu una vera vendita, ma un’operazione ambigua per la quale parte degli acquirenti sarebbero stati finanziati dalla stessa Banca Etruria.

Il processo

Il processo di primo grado si concluse nel novembre 2016 con l'assoluzione di tutti e tre gli imputati da parte del gup Annamaria Loprete. I magistrati chiesero condanne a 2 anni e 8 mesi per Fornasari e Bronchi e di 2 anni per Canestri. Secondo il gup però da parte degli amministratori non ci sarebbe stato dolo e furono assolti perché in realtà avrebbero sottovalutato i crediti deteriorati, ma non avevano intenzione di nascondere a Banca d'Italia la situazione finanziaria. Anche la cessione del patrimonio immobiliare in primo grado era stata considerata una vendita reale.

Ma perché l'appello? In seguito anche alle deposizioni durante il processo di appello dell'ispettore di Bankitalia Emanuele Gatti, era stata riaperta l'istruttoria.

Il procedimento per bancarotta

Nell'ambito del filone principale dell'inchiesta sul crac di Banca Etruria, Fornasari e Bronchi sono già stati giudicati con il rito abbreviato. Anche in questo caso sono stati condannati. L'accusa è quella di bancarotta fraudolenta e la pena è di 5 anni. Sempre nello stesso procedimento, l'ex vice presidente Alfredo Berni è stato condannato a due anni, mentre Rossano Soldini fu condannato a un anno per bancarotta semplice.  

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A optare per il procedimento ordinario in quel caso sono stati alti 25 imputati: ex consiglieri di amministrazione, ex revisori ed ex dirigenti di Banca Etruria. E proprio in questo procedimento è stato chiamato a testimoniare nell'udienza di giovedì 27 febbraio il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, convocato come testimone. Visco però in quella data sarà infatti impegnato in una trasferta istituzionale all'estero e molto probabilmente non sarà presente in aula. Da Palazzo Koch hanno spiegato che "sarà fornita la massima collaborazione e che un rappresentante di Bankitalia, al posto di Visco, sarà comunque presente all'udienza".

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