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Azionisti Banca Etruria, pronto l'esposto su Boschi. Angeletti: "La firma e poi sarà depositato alla procura di Firenze"

L'esposto è pronto. E' stato annunciato a luglio e preparato in uno scapolo d'estate dall'avvocato Riziero Angeletti: porterà in calce le firme dei rappresentanti dei 170 azionisti di Banca Etruria che si sono rivolti al legale in seguito al crac...

L'esposto è pronto. E' stato annunciato a luglio e preparato in uno scapolo d'estate dall'avvocato Riziero Angeletti: porterà in calce le firme dei rappresentanti dei 170 azionisti di Banca Etruria che si sono rivolti al legale in seguito al crac dell'istituto finanziario. Sarà presentato nei prossimi giorni alla procura di Firenze. Vi si chiede che vengano approfondite le tematiche riguardanti Pier Luigi Boschi. Il padre dell'attuale sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo, era nel cda di Banca Etruria ed ha ricoperto il ruolo di vice presidente: "Ma - dice Angeletti - della sua condotta la procura di Arezzo, che conduce le inchieste sulla bancarotta e bancarotta fraudolenta, non si è occupata. Noi con questo esposto vogliamo riportare l'attenzione sulla sua figura: perché o rivestiva il suo ruolo in modo virtuale oppure doveva essere al corrente dei finanziamenti che hanno dissipato il patrimonio della banca e quindi anche lui responsabile".

Una volta firmato dai rappresentanti degli azionisti, l'esposto sarà depositato (forse già la prossima settimana) presso la procura generale della Corte d’Appello di Firenze. In pratica gli azionisti chiedono di "Rivalutare la posizione di Pierluigi Boschi nell’ambito dell’inchiesta per la bancarotta”. Boschi sarebbe stato escluso nei due filoni delle indagini, in quanto non partecipò al voto per i finanziamenti che hanno poi originato il terremoto BancaEtruria, ma secondo il legale questo non lo esime dalle responsabilità che derivavano dal suo ruolo.

In passato lo stesso gruppo di azionisti aveva presentato altri esposti, uno di questi alla procura di Milano per “associazione per delinquere”. In quel caso spiegò Angeletti, secondo gli azionisti "si andava oltre la responsabilità dei singoli dirigenti. Chi aveva funzioni di controllo e di verifica ovvero Consob e Banca d’Italia, di fronte a situazioni – che di riflesso avrebbero anche influenzato il mercato – non si sarebbero mosse".

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