
"I ladri non sono loro". In libertà i presunti membri della banda delle slot
La decisione è stata presa dal giudice del tribunale di Arezzo, Angela Avila in seguito alla mancanza di prove schiaccianti della colpevolezza di due cittadini albanesi
Assolti con formula piena perché non vi sono elementi che possano dimostrarne la colpevolezza.
Dopo sei mesi trascorsi un po' in carcere e un po' ai domiciliari i due cittadini albanesi di 37 e 35 anni arrestati dai carabinieri di Arezzo e ritenuti, sulla base delle prove raccolte, gli autori di ben cinque furti in altrettanti bar della città, sono tornati ad essere liberi cittadini.
La decisione è quella presa dal giudice Angela Avila che, nella giornata di ieri, ha dato lettura della sentenza con la quale vengono assolti entrambi gli imputati. Secondo la corte infatti, non vi sarebbero state delle prove inequivocabili e così convincenti da riuscire a mettere i due con le spalle al muro.
Finti clienti ma veri ladri: ordinano da bere, poi rubano le slot. Due arresti
I furti per cui sono stati accusati risalgono all’ottobre e novembre 2018 ed hanno avuto come scenario varie attività della città. Una lunga serie di razzie che crearono non poco panico tra i commercianti.
Gli arresti vennero siglati al termine di una complessa attività di indagine durante la quale i carabinieri passarono al setaccio le immagini di tutti i bar svaligiati fin tanto da ricostruire il modus operandi della banda.
Secondo quanto sostenuto dai militari, qualche giorno prima dei colpi, gli imputati si sarebbero presentati all'interno delle attività come normali clienti e dopo aver fatto un'attenta ricognizione tecnica sulle macchinette le avrebbero segnalate ai complici per poi, notte tempo, tornare in quegli stessi locali, asportare le slot, svuotale e poi abbandonarle nella campagna.
Malgrado le prove prodotte dall'accusa nessuna è stata sufficiente per provare la colpevolezza dei due trentenni.