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Cronaca

Assalto alla Cgil, Lamorgese: "Otto minuti di angoscia". Franceschi filmato dalle telecamere al momento dell'irruzione

Le accuse per l'aretino sono di lesioni, devastazione e saccheggio aggravati. Tratto in arresto nella giornata di ieri, adesso si trova presso il carcere aretino. Presto potrebbe essere sentito dal Pm della procura di Roma.

A dieci giorni dall'assalto alla Cgil, le indagini per rintracciare i responsabili delle devastazioni restano serrate. Uno stretto riserbo avvolge le attività degli inquirenti che stanno vagliando filmati, foto, ricostruendo le reti di contatti e i movimenti dei partecipanti. Ieri un altro step importante: l'arresto di altri due esponenti di Forza Nuova, uno dei quali è l'aretino Lorenzo Franceschi, conosciuto come Ciclone.

E' un vero e proprio filo nero quello che si dipana tra le pieghe di questa vicenda. A poche ore dall'assalto, infatti, sono stati arrestati il capo nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, e quello romano, Giuliano Castellino che è anche vice segretario nazionale del movimento. Loro, insieme a Franceschi, al leader palermitano Massimiliano Ursino e ad altre 4 persone - alcune delle quali nelle fila di Forza Nuova come Pamela Testa - sono stati ritenuti i maggiori responsabili delle violenze. E proprio oggi è stato convalidato dal gip di Roma il sequestro del sito web di Forza Nuova  - eseguito dalla polizia postale - su disposizione della Procura di Roma. In questo ambito di inchiesta sono quattro gli indagati per istigazione a delinquere aggravata dall'utilizzo di strumenti informatici.  Nel provvedimento di convalida del sequestro si sottolinea la ricerca "di consensi in ordine ai fatti violenti appena avvenuti" e il rischio "di commissione di ulteriori delitti dello stesso genere di quelli commessi con violenza il 9 ottobre". 

Secondo quanto riferito oggi alla Camera dal Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in piazza del Popolo e nel centro di Roma il pomeriggio del 9 ottobre c'erano tra i le 10 e le 12 mila persone (il triplo rispetto al previsto). Tra queste erano presenti anche 200 persone che sarebbero state legate alla formazione di estrema destra. Secondo il ministro dell'Interno, con la partecipazione alla manifestazione Forza Nuova "voleva acquisire visibilità" per poter aumentare le proprie "sacche di consenso". Non solo: i leader si sarebbero distinti nelle fasi degli scontri e dell'assalto alla Cgil "come dimostrano le misure cautelari disposte nei loro confronti".

Le accuse nei confronti di Franceschi

Le accuse per l'aretino sono quelle di lesioni, devastazione e saccheggio aggravati. Franceschi è stato tratto in arresto nella giornata di ieri, ma la notizia è trapelata solo in serata. Stando ad alcune indiscrezioni, non avrebbe opposto resistenza e sarebbe stato accompagnato dalla Digos presso il carcere aretino. Nei prossimi giorni sarà ascoltato - ma potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere - dal gip della Procura di Roma Annalisa Marzano, nell'interrogatorio di garanzia. Secondo la ricostruzione della procura, il 59enne di Arezzo avrebbe fatto parte del gruppo di circa 3mila persone che si è staccato dal resto dei manifestanti in una avanzata "impetuosa e disordinata - come ha detto Lamorgese - verso Corso Italia".

L'assalto minuto per minuto ricostruito dal ministro dell'Interno

L'assalto si è consumato in pochi minuti. Alle 17,27 - riporta l'informativa alla Camera - c'è stata l'effrazione di una finestra laterale della sede della Cgil. Alcune persone sarebbero entrate all'interno dell'edificio da questa finestra e avrebbero permesso che venisse forzata la porta principale, consentendo a tutti l'accesso. Dentro i locali si sarebbe introdotto anche Franceschi, immortalato dal sistema di videosorveglianza.

"Il momento più drammatico ha avuto il suo apice dalle 17,32 - ha detto Lamorgese - con l'irruzione nella sede sindacale". Alle 17,35 l'arrivo delle forze dell'ordine e lo sgombero dei locali della Cgil. Nei pochi minuti precedenti, la devastazione. E proprio alle 17,33 sarebbe stato ripreso dalle telecamere l'aretino che, con una bandiera dell'Italia, si stava introducendo nella sede.

L'assalto è stato "il momento più drammatico di quel sabato pomeriggio per la violenza, l'azione distruttiva e per lo sfregio alla democrazia che esso ha rappresentato. Un momento che è durato 8 angoscianti minuti. I maggiori responsabili di questo vile assalto sono stati tratti in arresto".

Tra estremismo e vicende giudiziarie

Tra loro dunque anche l'aretino dal passato estremista, ma finito nelle aule di tribunale anche per alcune vicende di criminalità. Agli inizi del 2020 fece irruzione nella sede della Asl nel vecchio ospedale del "Garbasso", trafugando alcuni documenti che avrebbe utilizzato per "truccare"gara d'appalto, per la bellezza di 400mila euro. Ma la vicenda si concluse con una condanna a 8 mesi comminata dal Gup del tribunale di Trento. Oggi torna alla ribalta, di nuovo per vicende legate alla politica. Senza mai staccarsi dal filo nero intessuto da Forza nuova. 

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