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Cronaca Arezzo Nord / Località San Polo

Assalta l'abitazione del vicino con un escavatore: 57enne ucciso a colpi di carabina. Ipotesi legittima difesa

A scatenare la follia sarebbero stati dei dissidi tra vicini. Gezim Dodoli è stato colpito da quattro proiettili dopo che aveva travolto 4 auto e causato gravi danni all'abitazione di San Polo

L'intera famiglia era riunita a tavola: doveva essere una cena spensierata, di quelle che si fanno durante le feste. Poi il rumore di un escavatore che si avvicinava sempre di più, la paura, l'incredulità, i colpi di carabina. Infine il silenzio. Sono stati momenti di terrore quelli che si sono consumati nella serata di ieri, alle 20,30 circa a San Polo, dove un uomo alla guida del grosso mezzo ha letteralmente assaltato un'abitazione scatenando una violenta reazione da parte del proprietario. Quest'ultimo infatti ha afferrato la carabina (detenuta regolarmente) e ha sparato. Attimi di follia dietro ai quali sarebbero nascoste vecchie ruggini tra vicini: dissidi mai sanati che avrebbero portato all'esasperazione i due protagonisti della drammatica vicenda.

A perdere la vita, sotto i colpi di carabina (quattro dei cinque esplosi lo hanno raggiunto), è stato un 57enne di origini albanesi, di professione operatore di mezzi movimento terra: Gezim Dodoli. La grossa ruspa che ha utilizzato era di sua proprietà.

Prima l'assalto e poi gli spari

Era proprio l'ora di cena quando Dodoli ha assaltato l'abitazione. Dapprima avrebbe travolto quattro autovetture parcheggiate nel resede del casolare, poi avrebbe cominciato a colpire più volte le pareti esterne distruggendo l'ingresso e una finestra, danneggiando gravemente - spiegano i carabinieri in una nota - sia le mura che il tetto dello stabile.

All'interno della casa c'erano due famiglie che stavano cenando insieme. A quel punto il proprietario, Sandro Mugnai 53enne, artigiano metalmeccanico, ha imbracciato una carabina (regolarmente detenuta, fa parte di una squadra di caccia al cinghiale), si è affacciato alla finestra e ha sparato cinque volte. In casa con lui c'erano i familiari, compreso il figlio ventenne. 

San Polo, il luogo della tragedia

Quando i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, alle 21,15, il motore dell'escavatore era ancora acceso e i familiari del 53enne erano chiusi all'interno della casa.  Sono stati i pompieri a spegnere il motore e a far uscire in sicurezza le persone che si trovavano nell'abitazione. 

In seguito a ulteriori sopralluoghi, la casa è stata dichiarata inagibile.

Le indagini dei carabinieri

Sulla vicenda, coordinati dalla pm Laura Taddei stanno svolgendo indagini i carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Arezzo, guidati dal comandante Claudio Rubertà, che dopo l'arresto hanno eseguito sopralluoghi e compiuto accertamenti.  L’arma e i bossoli rinvenuti sulla scena del reato sono stati sequestrati così come tutta l’area di interesse è stata sottoposta ai rilievi del reparto investigazioni scientifiche. Sul corpo della vittima sono stati disposti accertamenti medico legali che verranno svolti nei prossimi giorni presso l’ospedale di Siena dall'equipé dell'Università di Siena.

Le indagini dei carabinieri

Chi era Dodoli e l'ipotesi di legittima difesa

Dodoli, padre di due figli, da tempo viveva in Italia: tra Arezzo e Seveso. In passato aveva lavorato anche in Germania. A San Polo i dissidi con i vicini erano ormai frequenti. Una escalation di liti. Ieri l'ultimo episodio che lo ha visto protagonista di un gesto folle. Alla guida del suo escavatore ha letteralmente assaltato lo stabile, mettendo a rischio la vita di chi era all'interno. A fermarlo sono stati gli spari del proprietario, che adesso si trova nel carcere San Benedetto di Arezzo. Per il 53enne al momento l'accusa è di omicidio, ma gli inquirenti stanno valutando tutti gli elementi raccolti che potrebbero portare anche ad esiti diversi. Come ad esempio ipotizzare la legittima difesa.

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