Dramma a Campoluci, muore don Paolo De Grandi stroncato da arresto cardiaco
E' morto sull'erba di quel campetto da calcio che aveva voluto per i suoi ragazzi, quelli della parrocchia di Campoluci. Don Paolo De Grandi stava giocando - quattro calci tra amici - quando si è accasciato a terra. Subito, chi era con lui ha...
E' morto sull'erba di quel campetto da calcio che aveva voluto per i suoi ragazzi, quelli della parrocchia di Campoluci. Don Paolo De Grandi stava giocando - quattro calci tra amici - quando si è accasciato a terra. Subito, chi era con lui ha capito che la situazione era grave ed è intervenuto. Immediatamente è stato intrapreso un massaggio cardiaco in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Ma tutto è stato vano. Don Paolo non ce l'ha fatta. E' morto così, nella sua parrocchia, tra i suoi amici.
Erano le 20,20 quando il sacerdote è stato colpito da un fatale arresto cardiaco. Subito è stato chiamato il 118 ma quando i sanitari sono arrivati non era rimasto che constatare il decesso.
DAL PALLONE ALLA TONACA
Don Paolo, 46 anni compiuti lo scorso 6 giugno, originario del Veneto (è nato e vissuto a Verona fino al 2005), aveva un passato da calciatore professionista. Da ragazzo aveva infatti militato nell'Hellas Verona: una stella del calcio. Ma un incidente d'auto lo fece smettere di brillare e allora pensò di dedicarsi alla carriera di allenatore. Poi la vita gli riservò una sorpresa: era il 1998 quando intraprese un viaggio a Lourdes come volontario barelliere. Iniziò in quel momento il percorso che lo portò a scoprire la sua vocazione e a consacrare la propria vita a Dio.
Prese i voti nel 2005 e un paio di anni dopo approdò ad Arezzo. Da otto anni guidava le parrocchie di Campoluci e Castelluccio- dove era molto amato - ed era cappellano della Polizia di Stato. Era impegnato in iniziative di beneficenza: periodicamente ospitava - grazie anche all'impegno delle famiglie della sua comunità - dei giovani palestinesi. E in questi eventi riusciva sempre a coinvolgere i suoi amici calciatori: da Paolo Rossi a Roberto Mancini e tanti altri. E quel pallone, in realtà, non lo aveva mai lasciato: era diventato il capitano della Nazionale sacerdoti e sulla maglia portava il nmero 10
IL MALORE FATALE
Le intere comunità di Campoluci e Castelluccio sono rimaste sconvolte dalla drammatica notizia. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Don Paolo aveva trascorso il pomeriggio con i ragazzi del Grest. Circa sessanta giovanissimi che nel mese di luglio frequentano le attività promosse dalla parrocchia. Un giorno come tanti, fatto di parole, sorrisi, giochi, danze e calci al pallone. Poi, prima di cena, congedati i piccoli, l'ultima partitella. Conclusa con una tragica fatalità.
La notizia del malore e della morte del "Don" - così, semplicemente lo chiamavano i suoi ragazzi - si è diffusa velocemente tra le case della parrocchia e non solo. La salma è stata portata in canonica, a Campoluci, e qui si è da subito radunata una folla di amici e conoscenti. Tanta la stima nei suoi confronti e tanto lo sgomento. Sul posto sono arrivati anche gli agenti della polizia di Arezzo, il questore Enrico Moja e l’arcivescovo Riccardo Fontana. E proprio l'arcivescovo si è rivolto alla comunità chiedendo di fare una preghiera tutti insieme nel cortile della chiesa e informando tutti che i funerali si svolgeranno lunedì prossimo, alle 17, a Campoluci.
FUNERALE
L'ultimo saluto al "Don" sarà lì, "a casa sua" hanno sottolineato le parrocchiane. In quella pineta che ogni estate brulica di bambini, che ospita cene e che è stata luogo di promesse d'amore (poco tempo fa vi è stato un matrimonio). In quella pineta dove in tanti si stringeranno per dargli l'ultimo abbraccio.