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Cronaca

Pene amputato, ma non c'era un tumore: oggi al via l'udienza preliminare

Il caso, inizialmente archiviato, è stato riaperto: la gip Giulia Soldini vuole appurare se vi siano responsabilità penali

Torna in aula il caso il caso di un uomo al quale fu asportata una porzione del pene per la sospetta presenza di un tumore. L'operazione chirurgica risale al novembre 2018 e fu eseguita all'ospedale San Donato di Arezzo da un medico, che adesso rischia il processo con l'accusa di lesioni gravissime.

Oggi si svolgerà la discussione. La Procura aretina aveva inizialmente concluso per l'archiviazione, ma i legali - Roberto e Gianmarco Bianchi e Antonino Belardo, si sono opposti e il procedimento penale andrà avanti (parallelamente a una causa civile). La giudice Giulia Soldini, valutato il caso, vuole chiarire se ci siano state eventuali responsabilità penali. In particolare vuole accertare se da parte dell'urologo ci siano state o meno omissioni, imperizie o negligenze.

L'uomo, all'epoca 64enne, si era così sottoposto con urgenza a una glandulectomia. Un intervento debilitante per l'uomo che avrebbe dovuto utilizzare un catetere per tre mesi e continuerebbe ad avere molti disagi. I legali sostengono che "i risultati degli esami istologici, successivi all'operazione, hanno chiarito che non c'era patologia tumorale. Soltanto mesi dopo l'intervento, nella primavera del 2019, dalle analisi è emerso che il paziente era affetto da un'infezione, la sifilide, che è stata poi opportunamente curata con antibiotici".

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