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"Amianto nel sottosuolo", prosciolti Cornioli, De Sanctis e i tecnici Asl. "Il fatto non sussiste"

La procura di Arezzo aveva chiesto il rinvio a giudizio per l'ex sindaco e gli altri tre imputati in seguito al ritrovamento di rifiuti pericolosi, tra cui l'amianto, sotto ad un impianto di autodemolizioni di Sansepolcro

Tutti prosciolti perché "il fatto non sussiste". Nessun rinvio a giudizio l'ex sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli, la responsabile del dipartimento di igiene pubblica della Asl, Elena De Sanctis, e due operatori operatori dello stesso dipartimento. Il caso che li ha portati di fronte al giudice per l'udienza preliminare, Giulia Soldini,  è quello del ritrovamento di rifiuti pericolosi, tra cui l'amianto, sotto ad un impianto di autodemolizioni di Sansepolcro. L'intera area, dopo indagini dei Carabinieri Forestali coordinate dalla Procura di Arezzo, è finito sotto sequestro. 

L'ex primo cittadino - difeso dal legale Piero Melani Graverini - era accusato di omissione di atti d'ufficio, mentre alla direttrice del dipartimento Asl - assistita dall'avvocato Luca Fanfani - era imputato di non aver tempestivamente comunicato a Cornioli la necessità di chiudere l'attività posta poi sotto sequestro. 

“Sono soddisfatto per come è terminata la vicenda - ha dichiarato Cronioli -. Come avevo detto a suo tempo, non c’erano i presupposti per portare avanti questa accusa nei miei confronti. E infatti chiesi subito di poter essere ascoltato dal Procuratore della Repubblica per chiarire la mia posizione. Ho sempre avuto la massima fiducia nella magistratura e questa conclusione conferma quanto ho sempre dichiarato e sostenuto rispetto alla vicenda”.

La vicenda risale al gennaio del 2019 quando l'impianto fu sequestrato. Secondo l'accusa si sarebbe trattato di una sorta di discarica tombata illegale, emersa solo a mesi di distanza dall'apposizione dei sigilli all'attività da parte dei carabinieri forestali. I sigilli scattarono perché l'impianto era privo di autorizzazioni.

L'ex primo cittadino era accusato di non aver messo in sicurezza il sito rendendolo inaccessibile. Nel corso delle udienze in aula ha parlato anche De Sanctis e i dipendenti (assistiti dagli avvocati Alessia Baglioni e Silvia Becucci).

La procura - stamani in aula era presente la pm Laura Taddei - aveva chiesto il rinvio a giudizio. In tarda mattinata è arrivata la decisione del giudice: prosciolti perché il fatto non sussiste. 

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